Lo storica maison Halston potrebbe intraprendere un nuovo percorso, tra un nuovo licenziatario e un possibile cambio di proprietà nel lungo termine. Il gruppo G-III (a cui fanno capo i marchi Donna Karan, Dkny, Karl Lagerfeld, Sonia Rykiel e Vilebrequin) ha infatti firmato un importante accordo di licensing con Xcel Brands, società statunitense a cui dal 2014 fa capo la griffe fondata dal celebre stilista Roy Halston, per disegnare, produrre e distribuire tutti i prodotti per uomo e donna a marchio Halston.
Il contratto ha una durata iniziale di cinque anni, seguito da un periodo di 20 anni, con un’opzione di acquisto allo scadere dei 25 anni. Come riportato da Wwd, l’accordo mette inoltre ‘sul piatto’ un pagamento anticipato in contanti nel secondo trimestre del 2023, future royalties minime garantite e significativi requisiti minimi di vendita. Intanto – sottolinea il nuovo licenziatario in una nota -, “le prime consegne sono previste per la stagione autunno/inverno 2024 e i prodotti saranno distribuiti a livello globale attraverso i migliori grandi magazzini e i canali digitali”.
Un ‘periodo di prova’ che potrebbe trasformarsi in un concreto cambio di proprietà, potenzialmente capace, per G-III, di attutire il colpo della perdita delle licenze di Pvh – gruppo newyorkese proprietario, tra gli altri, di Tommy Hilfiger e Calvin Klein e che proprio per entrambi i brand riporterà in house le licenze dal 2027 per il mercato nordamericano.
“Il momento era giusto per noi: o fare un aumento di capitale e andare avanti, o collaborare con qualcuno come G-III che ha un’esperienza consolidata nella costruzione di marchi da mezzo miliardo a un miliardo di dollari”, ha dichiarato alla testata americana Robert W. D’Loren, presidente e AD di Xcel Brands. “Abbiamo ritenuto che G-III fosse l’opzione migliore per noi e che avessimo bisogno di loro. Sarà quindi una grande collaborazione”.
Nonostante l’ottimismo di entrambe le parti però la riuscita del progetto potrebbe rivelarsi in salita: Halston è un brand che negli anni è rimasto strettamente legato all’immaginario delineato dal proprio fondatore Roy Halston, scomparso prematuramente nel 1990. Uno stilista che, tra genio e sregolatezza, ha contribuito con il proprio marchio a gettare le basi della moda statunitense, dandogli negli anni ’70-’80 ampio risalto e un nuovo volto, ma che un’intera generazione di nuovi consumatori non ha mai conosciuto – se non tra i libri della storia del costume. L’unica eccezione risale al 2021, quando grazie alla serie Netflix a lui dedicata, il nome Halston ritorno in auge, tanto che le vendite del brand videro un aumento del 631% year-over-yer e un incremento di traffico del 3200% verso il sito ufficiale del marchio.
Il rilancio di Halston segue quelli di storiche maison del lusso che, negli ultimi anni, sono state oggetto di una riscoperta grazie a nuovi investimenti. Tra questi, la recente acquisizione della proprietà intellettuale e di una parte sostanziale degli archivi di Walter Albini ma anche nuovi progetti di sviluppo per marchi come Schiaparelli, Mila Schön e Courrèges.
La notizia dell’accordo è stata svelata da G-III in occasione della pubblicazione dei dati del primo trimestre, che hanno visto Il fatturato del player della Grande Mela scendere dell’11,9% a 606,6 milioni di dollari rispetto ai 688,8 milioni (da circa 566 milioni di euro a 642 milioni) registrati nello stesso periodo dell’anno precedente. L’azienda ha registrato inoltre un utile netto di 3,2 milioni di dollari, in calo sui 30,6 milioni del Q1 2022.
Nonostante la decrescita, il gruppo ha però alzato le sue previsioni per il fiscal year, che si concluderà il 31 gennaio 2024. L’outlook prevede un fatturato di circa 3,29 miliardi di dollari e un utile netto compreso tra i 125 e i 130 milioni di dollari. L’ebitda rettificato per l’intero anno fiscale 2024 dovrebbe essere invece compreso tra i 267 e i 272 milioni di dollari, rispetto a un ebitda rettificato di 266,1 milioni di dollari nell’anno fiscale 2023.