Il caso è chiuso: le discusse ‘MetaBirkin’ non saranno più acquistabili. Dopo che lo scorso febbraio una giuria federale di Manhattan si era pronunciata a favore di Hermès nella causa per violazione del trademark dell’artista Mason Rothschild, a porre fine alla ‘cyber vicenda’ è stato il giudice distrettuale degli Stati Uniti Jed Rakoff, che ha definitivamente bloccato la vendita degli Nft MetaBirkins.
Una vittoria a tutti gli effetti per il colosso parigino del lusso, che già con l’udienza di febbraio aveva ottenuto da parte dell’artista un risarcimento dal valore di 110mila dollari (circa 102mila euro) per violazione e diluizione del marchio, oltre a 23mila dollari per danni legali legati al cybersquatting. Una somma in realtà molto inferiore a quella che avrebbe raccolto Rothschild dal lancio degli Nft fino all’inizio della causa e che, secondo fonti di stampa estera, si aggirerebbe a circa un milione di dollari (circa 912mila euro).
Precedentemente, Rothschild si era difeso ritenendo che, in quanto artista, le sue attività fossero protette dal Primo Emendamento che garantisce libertà di parola descrivendo le MetaBirkins come una “astrazione giocosa di un monumento esistente della cultura della moda”.
Il caso era iniziato nel gennaio dello scorso anno quando la maison francese aveva consegnato al tribunale del southern district di New York una citazione di 47 pagine nei confronti di Rothschild descrivendolo come uno “speculatore digitale che sta cercando di arricchirsi velocemente”. Rothschild aveva infatti messo in vendita cento borse digitali che riprendono le fattezze della celebre Birkin, disponibili all’interno di alcuni marketplace segnalati nel sito metabirkins.com, dove un modello era stato venduto a 42mila dollari (in boutique l’iconica borsa viene proposta a più di 10mila dollari, ndr). A smuore le accuse della maison era stata anche la confusione che avrebbe potuto generare tale vendita nei confronti dei consumatori, portati a pensare che i non fungible token (Nft) fossero stati in qualche modo approvati dal marchio stesso e legati direttamente alla maison.
La sentenza non solo da spazio alla vittoria di Hermès ma diventa anche un importante precedente che potrebbe regolare i prossimi casi di violazione del tredmark in ambito Metaverso. Una realtà, quella del Metaverso e degli Nft, che essendo cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni non ha appunto al momento ancora alcuna regolazione specifica.