Non è tutto oro quello che Nft. Venerdì scorso Hermès ha consegnato al tribunale del southern district di New York una citazione di 47 pagine nei confronti di Mason Rothschild, non-fungible token creator, descrivendolo come uno “speculatore digitale che sta cercando di arricchirsi velocemente”. Rothschild ha messo in vendita cento borse digitali che riprendono le fattezze della celebre Birkin, disponibili all’interno di alcuni marketplace segnalati nel sito metabirkins.com, a dicembre un modello è stato venduto a 42mila dollari. In boutique, l’iconica borsa viene proposta a più di 10mila dollari, riporta Business of Fashion.
L’episodio apre una serie di interrogativi sulla validità dei marchi registrati che tutelano l’autenticità nel mondo reale, ma che potrebbero essere aggirati nel metaverso. Mentre, in seguito a una comunicazione di cessare e desistere inviata da Hermès, il marketplace OpenSea ha accantonato le MetaBirkins, Rothschild ritiene che in quanto artista le sue attività siano protette dal Primo Emendamento che garantisce libertà di parola descrivendo le MetaBirking come una “astrazione giocosa di un monumento esistente della cultura della moda”. La maison del lusso francese ha risposto fermamente che Rothschild si limita a “fregare i tratti distintivi della famosa Birkin aggiungendo il generico prefisso ‘meta’. Non ci sono dubbi che questo successo è emerso grazie al suo uso confuso e diluito dei noti trademark di Hermès”. In assenza di un responso del Tribunale, continua Hermès, MetaBirkings.com potrebbe ostacolare la capacità di offrire prodotti e servizi che rispecchino davvero gli standard di qualità della maison, motivo per cui la label chiede la chiusura delle attività di Rothschild, l’abbandono del dominio e il pagamento dei danni, inclusi i profitti derivati dalla vendita degli Ntf Metabirkins.
Le borse ideate da Rothschild, seppur caratterizzate da una superficie in eco-pelliccia colorata, riprendono indubbiamente le caratteristiche della Birkin, motivo per cui Hermès sostiene che il titolo di “artista” non conferisce una licenza per “utilizzarne le fattezze in maniera calcolata, per ingannare il consumatore e indebolire l’abilità di quei segni di identificare Hermès come unica fonte di prodotti venduti sotto il marchio ‘Birkin'”.