Inizio d’anno positivo per Lvmh. Dopo i dodici mesi d’oro appena trascorsi, il colosso parigino del lusso ha chiuso il primo trimestre del fiscal year 2022 con un fatturato da 18 miliardi di euro, in crescita del 29% rispetto all’analogo periodo del 2021 (+23% a livello organico). Il risultato supera anche il quarter d’avvio 2020, già parzialmente investito dall’avvento del Covid, che si fermava a 10,6 miliardi di euro, e oltre anche i 12,5 miliardi del 2019 pre-pandemia.
Il risultato da record conferma un trend di inarrestabile ascesa per il numero uno del lusso, che ha battuto anche le attese degli analisti, soprattutto sul fronte fashion. Secondo le previsioni della società finanziaria FactSet, Lvmh si sarebbe dovuto arrestare a un fatturato complessivo da 17,03 miliardi di euro, superato invece nella trimestrale.
Trainante come sempre la divisione moda e accessori, nel quarter balzata in avanti del 35% su base annua e con una crescita organica del 30%, forte di un fatturato da 9,1 miliardi di euro. In testa l’ammiraglia Louis Vuitton. Stando al consensus riportato da Rbc, si legge su Reuters, i fashion brand del gruppo hanno superato del 17% le stime degli analisti. Performance “straordinaria” anche per Christian Dior, anche grazie alla riapertura della storica sede al numero 30 di avenue Montaigne. “Solida crescita” per Fendi sull’onda della collezioni firmate da Kim Jones, riporta il gruppo nella nota ufficiale, e per Celine, “grazie al successo delle sue linee di prêt-à-porter e pelletteria disegnate da Hedi Slimane“. Trimestre soddisfacente anche per Loro Piana, Loewe con J.W. Anderson e Marc Jacobs.
Riguardo agli altri business, il comparto Watches & Jewelry ha messo a segno nel periodo una crescita del 24 per cento. Nella gioielleria, in particolare, Tiffany & Co. “ha avuto un ottimo inizio d’anno, trainato ancora dalla forte crescita del Stati Uniti”. La divisione Perfumes & Cosmetics ha segnato invece un rialzo del 23%, mentre il segmento Wines & Spirits è cresciuto dell’8 per cento. In aumento del 24%, infine, il Selective Retailing.
La performance complessiva del trimestre è stata spinta, ha spiegato Lvmh, soprattutto dalla crescita double digit di Stati Uniti ed Europa (eccezion fatta per il business di vini e alcolici, che ha risentito degli intoppi nella supply chain), pur in un contesto segnato dal dramma della guerra Russia-Ucraina e dall’inflazione. In espansione anche il mercato asiatico, nonostante l’impatto delle rinnovate restrizioni sanitarie in Cina.
Gli analisti alzano il target price di Lvmh, con Ubs e Morgan Stanley che confermano il giudizio buy e fissano il target price rispettivamente a 826 e 780 euro per azione. Deutesche Bank si attesta invece sul ranking ‘hold’.