Un progetto realizzato dall’archistar Peter Marino, che ospiterà le collezioni donna e uomo, il salone e l’atelier di haute couture, l’atelier di alta gioielleria, nonchè un ristorante e un pastry café diretti dallo chef Jean Imbert. È il rinnovato store di Dior al 30 di avenue Montaigne, storico indirizzo di fondazione della maison nel cuore di Parigi, che dopo il restyling diventa il punto vendita Dior più grande al mondo.
L’apertura al pubblico è fissata per i prossimi giorni, ma lo spazio è stato presentato nelle scorse ore dal CEO di Dior, Pietro Beccari. “Non è solo una boutique. È l’universo di Dior”, ha dichiarato alla stampa internazionale il numero uno della griffe.
Il progetto di ampliamento, si legge su Business of Fashion, “ha richiesto due anni di costruzione poiché sei edifici storici acquisiti da Christian Dior, incluso l’hôtel particulier dove ha fondato il marchio nel 1946, sono stati combinati in un edificio di otto piani per 10mila quadrati complessivi”. La boutique “è una dichiarazione audace sull’importanza continua delle esperienze fisiche in un momento in cui l’e-commerce ha visto una crescita senza precedenti”, riporta sempre la testata specializzata.
Al 30 di avenue Montaigne ci sarà inoltre spazio per l’arte, con opere e scatti fotografici di artisti terzi e un museo di 2mila metri quadri dedicato alla storia di Dior. Inoltre, fashionisti di tutto il mondo potranno ripercorrere i momenti salienti della storia della fashion house visitando La Galerie, una serie di 13 stanze che raccontano, tra gli altri, la nascita di Monsieur Dior, il debutto di New Look, nonché il lavoro dei suoi sei successori (Yves Saint Laurent, Marc Bohan, Gianfranco Ferré, John Galliano, Raf Simons e Maria Grazia Chiuri).
La ristrutturazione rispecchia le ambizioni di crescita di Lvmh, per cui oggi Dior è il secondo marchio, per fatturato, dopo Louis Vuitton.
“Sebbene Lvmh non riveli i risultati dei singoli marchi – spiega il Financial Times -, la banca d’investimento Stifel stima che Dior abbia più che raddoppiato le sue vendite da 2,9 miliardi di euro, nel 2018, a 6,2 miliardi nel 2021. L’attività dei profumi e cosmetici Dior, gestita separatamente, ha generato ricavi per 3,2 miliardi di euro lo scorso anno, più o meno in linea con il pre-pandemia, secondo Stifel”. Sommando fashion e bellezza, Dior è dunque a breve distanza dal raggiungimento dello status di ‘megabrand’, che nel lusso inquadra un fatturato annuo di oltre 10 miliardi di euro. Ciò è stato raggiunto fino ad oggi solo da Louis Vuitton e da Chanel, sebbene Gucci, marchio ammiraglio di Kering, ed Hermès siano vicini.