Per chi ha saputo resistere all’anno infausto del Covid, e mantenere in cassa una buona liquidità finanziaria, si è aperto il momento degli investimenti per rafforzare la propria catena produttiva. E il tessile ne ha dato una prova concreta nel 2020 e in avvio del 2021. L’anno in corso è cominciato, infatti, con un’ondata di operazioni importanti nel tessile-moda che hanno visto come protagonisti grandi gruppi del fashion. Obiettivo, non troppo velato, è quello di assicurarsi alcune delle perle della supply chain della moda dopo la fase di acquisizioni straniere, in particolare francesi, che ha contraddistinto il decennio precedente.
Secondo l’analisi di Pambianco pubblicata sul numero di Pambianco Magazine di settembre, sono quasi una decina le operazioni di M&A annunciate nei primi sei mesi dell’anno, di cui ben cinque nel solo mese di giugno. Alcune di queste sono legate alla volontà, da parte dei gruppi, di aumentare la propria offerta e uniformarla con nuovi marchi, mentre in altri casi ci è indirizzati verso una verticalizzazione della produzione, nell’ottica di assicurarsi alcuni anelli produttivi strategici. Una tendenza che prima ha interessato in prima persona i gruppi francesi, con i colossi di Lvmh e Kering in testa, ma che ora vede coinvolti i player italiani.
Va letto in questo senso l’interesse, per esempio, da parte del Gruppo Zegna per alcune realtà industriali italiane, ovvero Tessitura Ubertino e Filati Biagioli Modesto, quest’ultima operazione in un inedito tandem con Prada. Salvaguardare l’integrità della filiera è stato anche il motivo che ha spinto, in aprile, Ratti e Mantero (che già nel 2020 hanno sancito un’alleanza per sostenersi reciprocamente per la migliore gestione dei clienti) a entrare insieme nel capitale di Foto Azzurra.
Oltre a Zegna, il panorama dello shopping a monte della filiera ha visto protagonisti anche gruppi meno conosciuti dal grande pubblico, ma di grande rilevanza industriale tra cui Cadica, gruppo specializzato nella fornitura di etichette, cartellini e packaging dal 2019 in mano al fondo d’investimento internazionale Hig Capital, che ha rilevato la maggioranza di Gruppo Grafico Etichetta 2000 a giugno con l’obiettivo di potenziare la gestione dei “dati variabili” (Qr Code, Rfid). O, ancora, a novembre 2020, Piacenza 1733, che ha rilevato lo storico Lanificio piemontese.
L’articolo completo è disponibile sul numero di settembre di Pambianco Magazine.