Si chiude in positivo il terzo trimestre di Puma, che supera le attese degli analisti. L’azienda tedesca di sportswear ha totalizzato nel quarter vendite da 2,35 miliardi di euro, in aumento del 16,9%, a valuta costante. Bene anche il fronte della redditività: nei tre mesi l’utile netto ha toccato i 146 milioni di euro (+1,8%), mentre l’utile operativo è cresciuto del 12,6% arrivando a 258 milioni.
Un risultato che brilla nel panorama globale dello sportswear, con la connazionale Adidas che fa i conti con il problema delle giacenze e le criticità della Cina, nonché con la dipartita di Kanye West. Parallelamente l’americana Nike ha chiuso un primo trimestre, sebbene in crescita in termini di ricavi, minacciato dalla mole dell’invenduto e dall’erosione della marginalità.
Anche Puma, dal canto suo, non è indifferente alle criticità dello scenario macronoemico, nonostante la performance di un quarter che ha definito “il migliore della sua storia”. Le preoccupazioni esternate riguardo alle incognite sul prossimo futuro sono costate al titolo di Puma una flessione dell’1,75% nella giornata di ieri, anche se la società ha confermato l’outlook per l’intero anno proprio in virtù della trimestrale appena chiusa.
“Nonostante le incertezze globali – ha commentato il CEO Bjørn Gulden – il terzo trimestre è stato per noi il migliore di sempre. Questo grazie a diversi fattori, tra cui una supply chain più stabile e un sell-through più dinamico delle attese. Nonostante ci aspettiamo ancora una grande volatilità del mercato nel quarto trimestre, confidiamo di poter rispettare il nostro outloook sul fiscal year”.
Per quanto riguarda le aree geografiche, svetta il risultato dell’area Emea, cresciuta del 18,5% sfiorando i 972 milioni di euro; le Americhe hanno totalizzato un fatturato da 932 milioni (+18,8%) mentre l’Asia-Pacifico, nonostante i rallentamenti accusati nel periodo in esame, ha registrato ricavi da 450,9 milioni (+9,8 per cento).
Il trimestre corona così i primi nove mesi del fiscal year di Puma, che mettono a segno vendite per 6,2 miliardi di euro, in rialzo del 18,2 per cento. Riguardo alla guidance per l’intero anno, la società prevede un ebit compreso tra 600 e 700 milioni di euro mentre l’utile, atteso in progressione, potrebbe comunque risentire della pressione inflazionistica, del conflitto in Ucraina e dei colpi di coda del Covid-19.