Gucci spariglia le carte in tavola. Durante il weekend, il marchio fiorentino ha pubblicato sul proprio account Instagram una serie di messaggi, intitolati ‘Appunti dal silenzio’, firmati dal direttore creativo Alessandro Michele, datati dal 29 marzo al 16 maggio. Attraverso il social network si apprende che la griffe ha deciso di prendere le distanze dai consueti appuntamenti del sistema moda preferendo da ora in poi una cadenza irregolare che seguirà un racconto personale. “Sto realizzando – spiega il designer – che questa possibilità di raccontare non può essere costretta dalla tirannia della velocità. Ora sappiamo che era troppo furioso il nostro fare, troppo insidiosa la nostra corsa. È in questa rinnovata consapevolezza, che sento l’esigenza di un tempo mio, svincolato da scadenze etero-imposte che rischiano di mortificare la creatività”.
Facendo riferimento all’emergenza sanitaria da Covid-19, Michele puntualizza il bisogno di rallentare i ritmi produttivi: “Ho deciso di costruire un percorso inedito, lontano dalle scadenze che si sono consolidate all’interno del mondo della moda e, soprattutto, lontano da una performatività ipertrofica che oggi non trova più una sua ragion d’essere. È un atto di fondazione, audace ma necessario, che si pone l’obiettivo di edificare un nuovo universo creativo. Un universo che si essenzializza nella sottrazione di eventi e si ossigena nella moltiplicazione di senso”.
Una sottrazione che non ammette più ritmi imposti, ma rivendica invece un’autonomia completa: “Nel mio domani, abbandonerò quindi il rito stanco delle stagionalità e degli show per riappropriarmi di una nuova scansione del tempo, più aderente al mio bisogno espressivo. Ci incontreremo solo due volte l’anno, per condividere i capitoli di una nuova storia. Si tratterà di capitoli irregolari, impertinenti e profondamente liberi. Saranno scritti mescolando le regole e i generi. Si nutriranno di nuovi spazi, codici linguistici e piattaforme comunicative. Non solo. Mi piacerebbe abbandonare l’armamentario di sigle che hanno colonizzato il nostro mondo: cruise, pre-fall, spring-summer, fall-winter. Mi sembrano parola stantie e denutrite. Sigle di un discorso impersonale, di cui abbiamo smarrito il senso. Contenitori che si sono progressivamente staccati dalla vita che li aveva generati, perdendo aderenza con il reale”
Un allontanamento, dunque, dalle sigle canoniche per approcciare un vocabolario artistico diverso, ispirato a quello della musica: “Il desiderio di battezzare i nostri nuovi appuntamenti con un linguaggio dalle radici meravigliosamente antiche: il linguaggio della musica classica. Saranno quindi, di volta in volta, sinfonie, rapsodie, madrigali, notturni, ouverture, concerti e minuetti a costellare il mio percorso creativo”, spiega Michele.
Le dichiarazioni dello stilista fanno seguito alla decisione di un’altra maison del gruppo Kering, Saint Laurent, che ha recentemente comunicato che non presenterà le sue collezioni in nessuno degli appuntamenti del 2020 già stabiliti, seguendo un piano concepito con una prospettiva aggiornata guidata dalla creatività.
“Il lusso non può e non deve essere veloce perché ha bisogno di tempo per essere raggiunto e apprezzato”, aveva spiegato in precedenza Giorgio Armani, seguito a ruota da una un gruppo di stilisti e retailer, capitanati da Dries Van Noten, firmatari di un documento sull’importanza di riallineare le tempistiche retail ai bisogni dei consumatori, e di ripensare quelle delle vendite a sconto. Infine il Council of Fashion Designers of America e il British Fashion Council hanno diramato pochi giorni fa un comunicato congiunto in cui sottolineano l’importanza di ripensare il fashion system: “Siamo unitili nella salda convinzione che il sistema moda debba cambiare a tutti i livelli. Abbiamo ascoltato molte conversazioni al riguardo, questi cambiamenti sarebbero stati necessari da tempo e la caduta dovuta al Coronavirus ci ha spinti a dare priorità al processo di rielaborazione del nostro settore”.