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Armani fa scuola? Stilisti e retailer firmano documento per cambiare sistema

Dries Van Noten A/I 2020-21

Armani fa scuola? Stilisti e retailer firmano documento per cambiare sistema

Di Marco Caruccio
13 Maggio 2020

Si alzano altre voci nel ‘popolo’ della moda. Le dichiarazioni di Giorgio Armani di qualche settimana fa, orientate a un lusso che “non può e non deve essere veloce perché ha bisogno di tempo per essere raggiunto e apprezzato”, assumono rilievo in relazione alla lettera pubblicata ieri da un gruppo di stilisti e retailer che ha preso una posizione pubblica in merito al modello di business e creatività del futuro. Il documento online è rivolto all’industria della moda, e sottolinea l’importanza di riallineare le tempistiche retail ai bisogni dei consumatori, e di ripensare quelle delle vendite a sconto.

Tra i firmatari ci sono importanti fashion designer tra cui Dries Van Noten, Tory Burch, Pierre Hardy, Craig Green, Gabriela Hearst cui si aggiungono manager come Shira Sue Carmi e Axel Keller, rispettivamente CEO di Altuzarra e Jil Sander. Numerosi anche i rappresentanti di grandi gruppi retail come Bergdorf Goodman, Nordstrom e Rinascente e alcuni store italiani, tra cui Sugar, Antonioli e Tiziana Fausti.

Il documento, facendo riferimento alla difficile situazione sanitaria ed economica internazionale, propone di trasformare il business semplificandolo sia dal punto di vista sostenibile sia da quello commerciale, venendo incontro alle necessità del cliente finale. A partire dalle collezioni uomo e donna autunno/inverno 2020-21 i firmatari suggeriscono di proporre nei negozi le collezioni A/I da agosto a gennaio, quelle P/E da febbraio a luglio. Obiettivo: “Creare un flusso più bilanciato di consegne durante la stagione assicurando merce nuova, ma fornendo anche il tempo necessario per suscitare desiderio”. La lettera affronta anche un tema cruciale: i saldi. “Gli sconti al termine della stagione devono favorire meglio la vendita a prezzo pieno, iniziando a gennaio per l’A/I e a luglio per la P/E”.

Per quanto concerne il versante green, il gruppo si impegnerà a diminuire la produzione di prodotti a partire dagli sprechi nelle aziende e dagli inventari, limitando anche gli spostamenti. Si annuncia inoltre l’utilizzo di showroom digitali da affiancare all’interazione personale e una non specificata revisione delle sfilate. “Lavorando insieme speriamo che questi step permetteranno alla nostra industria di diventare più responsabile per l’impatto sui nostri consumatori, per il pianeta e la fashion community, riportando la magia e la creatività che ha reso la moda una parte così importante del nostro mondo”, conclude il documento.

Facendo riferimento alla lettera, Business of Fashion riporta che per stilarla Van Noten abbia radunato gli altri partecipanti in videocall.

Il documento sembra quindi mettere in stand-by alcuni dei cambiamenti che hanno caratterizzato il settore del lusso negli ultimi anni, dall’avanzata delle pre-collezioni alle innumerevoli iniziative promozionali in season capitanate da Black Friday e Cyber Monday.
“Non sono così ingenuo da pensare che impatteremo il modo di lavorare di Primark e Zara“, ha dichiarato lo stilista belga sottolineando che, in tempi di crisi, il risultato più importante è aver compreso di non essere più solo competitor, ma anche colleghi.

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