Dopo un 2023 chiuso a quota 79 milioni di euro, in flessione del 13% sul 2022 archiviato a 90 milioni, Eurojersey porta alla 38esima edizione di Milano Unica la sua proposta primavera/estate 2025, un ready-to-wear che parte da suggestioni metropolitane fino alle vibrazioni della cultura africana.
Il risultato sul 2023 archiviato si colloca al di sotto delle attese comunicate in occasione della precedente edizione della fiera dedicata al tessile e accessorio alto di gamma, a cui è seguito un semestre complesso per l’intero comparto, ma l’azienda varesina specializzata nella produzione di tessuti tecnici che fa capo al Gruppo Carvico va incontro a un 2024 in cui prevede di mettere a segno ricavi per 83 milioni di euro, in crescita del 4-5% sull’anno precedente in vista, soprattutto, di una seconda metà dell’anno diffusamente attesa come di rilancio.
A dicembre 2023 il mercato italiano è arrivato a pesare il 22% del totale, mentre il mercato estero ha rappresentato il 78% del totale delle esportazioni. Relativamente all’export, il 70% è legato all’Europa, con in testa Germania e Olanda. Il Nord America e l’Asia sono valse rispettivamente il 20% e il 10 per cento. Sul fronte dei segmenti produttivi, l’activewear si dimostra più stabile in termini di crescita, ma procede anche l’abbigliamento.
“Sarà un anno complesso e per noi di forte consolidamento – ha raccontato a Pambianconews il direttore generale Andrea Crespi – dopo un periodo di crescita significativa. La normalizzazione post-Covid, attesa nel 2023, in realtà si sta ancora concretizzando e potrebbe compiersi in questo 2024, fino a un 2025 in cui saremo di fronte a un nuovo modo di fare impresa. Prima avevamo l’ansia di produrre, ora dobbiamo avere quella di pensare: il tessile che verrà sarà molto diverso, in termini di impatto ambientale, richieste dei clienti e dei lavoratori, responsabilità, e dobbiamo farci trovare pronti”.
Il tema della responsabilità ambientale e sociale, d’altronde, è storicamente caro al player, che nel corso dell’anno passato ha finalizzato una serie di investimenti di innovazione in direzione green, per ridurre i consumi idrici della produzione, nell’ottica ormai consolidata di quantificare e realisticamente ridurre la propria impronta sul pianeta, come dimostra l’impiego della metodologia ‘Pef’ abbracciata già nel 2019, tagliando il traguardo tra le aziende tessili. “L’Europa stessa ci sta dicendo a gran voce che ‘fast fashion is out of fashion, e non possiamo ignorarla, a fronte anche di un cambiamento nella sensibilità dei consumatori stessi”.
Al centro della cultura aziendale anche il valore attribuito al capitale umano: in quest’ottica, infatti, Eurojersey ha scelto, a partire dal 2024, di estendere la polizza assicurativa Sanimoda, di cui godono i dipendenti in quanto lavoratori del fashion, a tutto il loro nucleo familiare. “Tra i temi della della fiera c’è quello dell’intelligenza artificiale, che è attualmente un grande aggregatore di dati, seppur prezioso: noi mettiamo al centro le persone, ed è questa la ricchezza del comparto”.
Aggiungendo che “per essere attrattivi, per nuove e vecchie risorse, è necessario incrementare il welfare e aprire le porte delle nostre fabbriche per mostrare il mondo degli operatori tessili, nella speranza che anche i contratti nazionali si evolvano in questa direzione”.