“Suit Yourself”: è questo il motto di Eurojersey a Milano Unica 37. Tra gli espositori del salone dedicato al tessile e accessorio d’alta gamma l’azienda del Gruppo Carvico porta la sua proposta per l’autunno/inverno 2024-25, puntando per i suoi Sensitive Fabrics su tessuti “24wear”, indemagliabili e polivalenti, pensati per spaziare tra le più svariate occasioni d’uso e ed esigenze.
Suddivisi nei quattro trend ‘Luxury Club’, ‘After Party’ e ‘Nighthawks’, i tessuti si ispirano a suggestioni metropolitane, sulla palette cromatica dell’autunno, come emerge anche dal rinnovo dell’intesa con Tintoria Emiliana, il cui risultato è la capsule ‘Manhattan Reloaded’.
In occasione della fiera tessile il direttore generale Andrea Crespi offre una panoramica sul 2023 ormai a metà corsa, dopo un 2022 che si era chiuso a quota 90 milioni di fatturato (+12 per cento). Una previsione realistica, quella del manager, che stima una “flessione del 6%” per il 2023, “dopo la bulimia del 2022 che aveva portato a risultati imprevisti”, ha raccontato a Pambianconews, stimando un fatturato annuale da 80-85 milioni di euro. “Da un lato c’è un mercato in contrazione, dall’altro uno scenario diviso tra post-pandemia e guerra, quindi le conseguenze sono inevitabili”.
Ma Crespi si mostra comunque fiducioso: “Noi stiamo comunque trovando la nostra via, che non punta né sul prezzo né sul volume: non è la nostra filosofia. Per noi il punto è portare innovazione in settori che lo consentano e che ne hanno conosciuto meno, per esempio il mondo del menswear, accanto ai nostri baluardi come l’abbigliamento sportivo e il beachwear”. Tanto più in un momento così florido per i tessuti tecnici, le cui caratteristiche di comfort e performatività trovano posto anche in ambiti tradizionalmente più distanti, come il formale.
Guardando ai mercati di riferimento dell’azienda, a giugno 2023 l’Italia pesa il 22% del totale (che si classifica come il primo Paese), mentre l’estero il 78%, di cui il 69% rappresentato dall’Europa (con in testa la Germania), il 23% dal Nord America e il 7% dall’Asia.
Resta cruciale il tema della transizione green, da non intendersi come un’attestazione di sostenibilità bensì “una dichiarazione del nostro impatto ambientale”, sottolinea Crespi, ricordando anche gli investimenti in innovazione inseriti in un piano di crescita a lungo termine. Una sfida che consiste nel documentare le performance aziendali sul fronte della sostenibilità, le più recenti ampiamente riportate nel ‘Footprint Report’ 2022, con una particolare attenzione al consumo idrico, vero tallone d’Achille della filiera tessile.
“Il nostro sogno è quello di poter dire, alla fine della vita del prodotto confezionato usando il nostro tessuto, che Eurojersey sarà garante, magari insieme anche a dei partner, del suo ricircolo. È solo questione di ‘quando’, dal momento che lavoriamo con la chimica, ma è necessario bilanciare tempi e costi”. Servono volumi e intese, ricorda Crespi, auspicando un impegno sempre più di sistema nella direzione della sostenibilità.