Mai prima d’ora un fashion designer aveva allestito una sfilata e, allo stesso tempo, un mercato. Il primato è stato raggiunto da Stella McCartney che nella Ville Lumière ha sperimentato una formula inedita. La stilista ha presentato la collezione primavera/estate 2024 lungo il Marché Saxe-Breteuil di Parigi, trasformato per l’occasione nel suo Sustainable Market. La strada, usata come passerella, ha visto la presenza di 21 stand che hanno accolto gli ospiti invitandoli a sperimentare i materiali pionieristici presenti nella collezione, incontrando le aziende che le hanno realizzate.
“Grazie allo Stella’s Sustainable Market tutti sanno come facciamo le cose, è la prima volta che alcuni degli innovatori presenti si conoscono di persona pur essendo a conoscenza del lavoro di ciascuno nel campo della sostenibilità. Questa collezione è stata realizzata con materiali responsabili al 95%, rendendola di fatto la collezione più consapevole di Stella McCartney fino ad oggi”, ha spiegato subito dopo lo show la stilista alla stampa. Lo scorso novembre, in occasione dell’ultimo Pambianco-Pwc Fashion Summit, il presidente e amministratore delegato dell’etichetta, Gabriele Maggio, aveva dichiarato che l’ultima collezione, quindi quella primavera/estate 2023, aveva raggiunto circa il 91% di sostenibilità.
Uno stand ha proposto pezzi d’archivio del brand curati dalla costumista e stylist della serie ‘Euphoria’ Heidi Bivens; presente anche il merchandising dei Wings, rock band di Paul e Linda McCartney, parte nella collezione estate 2024, tra cui 50 magliette numerate in edizione limitata, con tutti i proventi a sostegno della Meat Free Monday Foundation. Grazie attenzione alla frutta, indossata anziché mangiata, mettendo in risalto le innovazioni ottenute dagli scarti di mele e uva, insieme a quelle provenienti da base vegetale intente a creare la prossima generazione di alternative vegane alla pelle, esposto anche il filato a base di alghe Kelsun, che ha debuttato in passerella.
“Credo molto nelle nuove generazioni e anche nell’interconnessione tra le persone, tutti dovremmo fare la nostra parte, qualsiasi cosa è meglio di nulla. Questo mercato dimostra quanto sia importante fare squadra nel sistema moda e non solo. Ci sono alcuni dei dischi di mio padre (nello stand di Record Station, shop second hand parigino, ndr) e anche l’organizzazione che mia madre ha fondato nel 1991 (Linda McCartney Food, specializzata in cibo vegetariano, ndr)”.
L’organizzazione del mercato, che a tratti potrebbe anche essere una micro-fiera sulla sostenibilità visto il numero cospicuo di player, non è stata semplice: “La cosa principale è avere i permessi dalla città di Parigi per allestire uno show all’aperto, in strada, le persone del quartiere erano molto coinvolte, le guardavo mentre ero nel backstage, poi ci sono il livello della musica e il meteo. Non abbiamo mai pensato a un piano B per il meteo, ‘mi fido di te Madre Natura’ e mi ha ascoltata”, conclude la designer parlando con alle spalle l’imponente Torre Eiffel.
Tra gli espositori, solo per citarne alcuni: Balena, società di scienza dei materiali che sviluppa materiali termoplastici compostabili e biodegradabili; Nona Source, piattaforma che consente l’accesso ai tessuti deadstock di alta qualità delle maison Lvmh; Pure Electric Scooters, Ocean Bottle e Mabel Industries, ideatori di ‘Uppeal’, un’alternativa vegana alla pelle animale: “Usiamo il residuo di ciò che rimane dalla lavorazione delle mele delle industrie italiane di succhi e marmellate, che viene essiccato e ridotto in polvere, utilizzandolo al posto del solito poliuretano al 40-50%. Creiamo un mix che viene spalmato e coagulato su un supporto tessile. Grazie alla collaborazione con un’altra azienda italiana, Oomium, il finissaggio e la piastratura finale vengono fatte a parte a mano”, ci spiega Claudio Ranucci, rappresentante vendite di Mabel Industries nonché partner di Stella McCartney. Gli ospiti presenti hanno approcciato con curiosità e interesse i vari stand prima e dopo il défilé, acquistando i capi vintage in vendita e gustando hamburger di soia.
La collezione in passerella sfuma i confini tra generi e generazioni, facendo sfilare sia modelle che modelli, reinterpretando pezzi dell’archivio di Stella McCartney così come quelli che ha preso in prestito dai suoi genitori, e che le sue figlie ora prendono in prestito da lei. Il montaggio si concentra su texture, proporzioni e decorazioni, impreziosite dall’arte indossabile dello scultore e produttore inglese Andrew Logan. Tra le silhouette spicca la forme a palloncino su abiti, mini dress e bomber in taffettà di seta riproposti da Nona Source. Stravaganti pois appaiono ovunque, caratterizzati da abiti a portafoglio, mini abiti asimmetrici e con gonna a volant in chiffon.
In passerella anche la borsa ‘Frayme’ realizzata con un’alternativa vegana alla pelle animale utilizzando sottoprodotti dell’uva provenienti dal raccolto di Veuve Clicquot, completamente tracciabili e coltivati utilizzando pratiche di agricoltura rigenerativa. L’iconica ‘Falabella’ è rivisitata in nuove forme triangolari intrecciate e tempestate di cristalli, nonché in un’edizione grigia in Mirium a base vegetale e privo di plastica. Le décolleté ‘New Terra’ sono caratterizzate da tacchi scultorei con cinturini Vegea a base di uva Y2K, tomaie a turbante intrecciate e mesh annodata a base biologica. Le scarpe da ginnastica ‘S-Wave Sport’ sono realizzate con materiali interamente consapevoli, tra cui tomaia e suola riciclate, etichetta in cotone organico e fodera in canapa.