L’edizione numero 102 di Lineapelle, in corso fino a domani negli spazi di Fieramilano Rho, rappresenterà il termometro di una situazione, quella dell’industria conciaria, che sta vivendo un momento complesso a causa di elementi esterni al settore (inflazione diffusa e generalizzata, calo dei consumi e tensioni geo-politiche), tanto da indurre ad un rallentamento della domanda alla fine dello scorso anno. Tuttavia, il 2022 ha visto un incremento sostanziale di buona parte delle concerie italiane, in particolar modo di quelle che si sono posizionate nel segmento alto di gamma. È quanto rivela lo studio Pambianco sui fatturati 2022 delle principali realtà del mondo della concia.
L’analisi ha riscontrato risultati tendenzialmente positivi e in alcuni casi anche ben superiori ai dati pre-pandemici, grazie, appunto, alla spinta del lusso. Al vertice della classifica troviamo il Gruppo Mastrotto con 375 milioni di euro, in crescita del 13% rispetto al 2021, proseguendo così il percorso di consolidamento dei ricavi dopo il biennio pandemico. Segue in seconda posizione Conceria Pasubio, produttore di pelli per il settore auto (il gruppo nel 2019 deteneva una quota di mercato del 10,9% per la pelle automobilistica di alta qualità a livello globale, prima dell’acquisizione di Hewa), con 350 milioni di euro di turnover, in crescita del 9% rispetto al 2021 grazie alla tenuta della domanda del settore auto di lusso. Secondo quanto precisa il bilancio del gruppo, “i ricavi netti del Gruppo Pasubio, nonostante l’andamento del mercato, evidenziano un andamento generale aumento dell’8,7% e nel business lusso e premium rispettivamente del 9,0% e del 25,1 per cento”.
Terza posizione per Rino Mastrotto Group che nel 2022 è cresciuto del 9% a 344 milioni di euro. Nella classifica spiccano, inoltre, i risultati in crescita a doppia cifra di alcuni player. In particolare, Nuti Ivo di Santa croce sull’Arno (Pisa) che ha archiviato il 2022 con ricavi a 80 milioni di euro rispetto ai 58 milioni del 2021 (+36%), recentemente passata sotto il controllo di Lvmh Mètiers d’art, la divisione del colosso che raggruppa e investe nel talento di produttori e artigiani. Ottima performance anche da Bonaudo, cresciuto in un solo anno del 33% a 72 milioni di euro; Russo di Casandrino che ha chiuso il 2022 a +33% (63 milioni di euro); Masoni di Santa croce sull’Arno, azienda anch’essa partecipata Lvmh Mètiers d’art e presente in classifica con quasi 52 milioni di euro di ricavi (+27 per cento). Tra i best performer in termini di crescita percentuale, anche Gruppo Conciario Cmc International Spa Società Benefit (+43% a 50 milioni di euro) e Conceria Antiba che ha registrato un balzo dei ricavi del 107% a 49 milioni di euro.
L’articolo è presente sul numero di settembre di Pambianco Magazine.