Il mercato del secondo polso degli orologi di lusso rallenta, allontanandosi dai valori record del 2022. Lo evidenzia il Bloomberg Subdial Watch Index, i cui valori riflettono un calo dell’8% dei prezzi degli ultimi 24 mesi e addirittura un -19 % in un anno. Nell’ultimo mese la flessione è stata dell’1 per cento. L’indice, realizzato con la collaborazione del retailer londinese Subdial, tiene conto del valore dei 50 modelli di segnatempo più scambiati sul mercato. È la fine di una bolla speculativa? “La domanda di luxury watches dei migliori marchi svizzeri – spiega l’agenzia di stampa – si è raffreddata a causa del rallentamento delle economie, dei tassi di interesse più elevati e del crollo delle criptovalute”. Dopo il picco registrato nel febbraio del 2022, il valore degli orologi usati di fascia alta starebbe raggiungendo il suo minimo e potrebbe scendere al di sotto dei valori di giugno 2021. I dati confermano così le prospettive di normalizzazione del marcato diffuse negli scorsi mesi dagli esperti di settore.
L’Audemars Piguet Royal Oak Jumbo Ultra Thin, con un prezzo medio attuale di 71.692 dollari (quasi 66mila euro), è il modello con le prestazioni peggiori negli ultimi dodici mesi, con un calo di oltre il 35%, come mostrano i dati. Il prezzo del Patek Philippe Nautilus Travel Time segna un -28% in un anno, mentre il prezzo del Rolex Daytona 116506, in platino con quadrante azzurro e contatori marroni, è crollato di circa il 25% sul mercato dell’usato. Di contro, i modelli più performanti del Bloomberg Subdial Watch Index negli ultimi dodici mesi sono il Rolex Lady-Datejust in acciaio e oro, che ha guadagnato il 2,6% a un prezzo medio di 3.892 dollari, e il Rolex Day-Date 18038 in oro, degli anni ’70 e Anni ’80, in aumento dell’1,4% a 17.756 dollari.
Quanto accade al secondo polso si allinea al ‘raffreddarsi’ dell’interesse degli investitori per i diamanti. Dopo due anni da record (anche il 2021, infatti, è stato un anno di massimi per l’industria dei diamanti, con un incremento della domanda, una crescita dei ricavi e un’offerta limitata, ndr) negli ultimi mesi i prezzi hanno registrato un calo del 18% rispetto ai massimi storici del febbraio 2022 e del 6,5% da un anno all’altro. A metterlo nero su bianco è, in questo caso, il Global Rough Diamond Price Index, con esperti di mercato che stimano che il valore sia destinato a scendere ulteriormente. “Un diamante naturale da un carato di qualità leggermente superiore alla media costava 6.700 dollari un anno fa, oggi questo stesso diamante viene venduto a 5.300 dollari”, ha dichiarato alla Cnbc Paul Zimnisky, CEO di Paul Zimnisky Diamond Analytics. Sul confronto con il 2021 e 2022 non pesa tanto un cambiamento di percezione, poichè i diamanti restano un bene rifugio, quanto – concordano gli analisti – il fatto che i consumatori che possono spendere ora investono in esperienze come i viaggi, in passato condizionati dalle fasi di stop legate alla pandemia. Altri fattori che contribuiscono al minor slancio del mercato sarebbero poi il rallentamento della ripresa economica cinese, l’incertezza del contesto globale e la concorrenza dei diamanti artificiali.