A meno di un mese dalla presentazione della collezione ready to wear autunno/inverno 2023-24, Demna, direttore creativo di Balenciaga, in un’intervista a Vogue Us si è espresso sulle critiche che hanno travolto la maison negli scorsi mesi, accusata di aver prodotto e diffuso materiale pedo-pornografico tramite due campagne adv, ribadendo ancora una volta le sue responsabilità e le sue scuse – già rese pubbliche lo scorso dicembre (prima da parte della maison e poi dallo stesso designer).
“Non mi sono reso conto di quanto sarebbe stato inappropriato introdurre questi oggetti e lasciare comunque i bambini nelle foto”, ha dichiarato il designer Georgiano alla testata, definendo l’episodio come un errore di valutazione di cui si rammarica fortemente. “Purtroppo è stata un’idea sbagliata e una decisione sbagliata da parte mia. Non avremmo dovuto inserire i bambini in immagini che includevano oggetti non pertinenti e inappropriati per loro. Nessuno, me compreso, ha sollevato la questione. C’erano processi di controllo in atto, persone coinvolte, interne ed esterne, ma nessuno ha individuato l’elemento problematico”.
“Mi sono reso conto che devo guardare tutto da un punto di vista quanto più possibile obiettivo e immaginare come poter parlare a un pubblico diverso e assumermi la responsabilità di quello che dico. Mi rendo conto che il mio lavoro viene spesso percepito come provocatorio, ma una situazione come questa non ha nulla a che fare con la mia presunta natura di provocatore”, ha proseguito Demna, spiegando inoltre come continuerà a guidare la maison in futuro. “Ho sempre pensato che la mia maturazione e la mia evoluzione siano state favorite dalle difficoltà della vita, e questa è stata la più grande. Quello che ho capito da questa situazione è che fare vestiti è ciò che mi rende davvero felice. Ho tagliato e cucito capi con il mio team per quasi tutto il mese di dicembre dell’anno scorso. Sono tornato al punto di partenza e ho capito quanto sia importante per me. Disegnare abiti è un lavoro serio. Non si tratta di creare un’immagine, di far discutere o altre cose del genere. Sono tornato a fare giacche. È da lì che è partita questa maison ed è da lì che sono partito come stilista.”
“Molte di queste idee sviluppate a dicembre faranno parte della sfilata di marzo”, ha infine dichiarato. “Provavo un indescrivibile desiderio di fare cose. Sono tornato a tagliare giacche e pantaloni, a sperimentare modelli e forme. Non posso spiegarlo in altro modo se non con il fatto che mi sono rifugiato nell’attività che amo: creare vestiti. È proprio su questo che mi concentrerò d’ora in poi, qui a Balenciaga. Voglio lavorare in prima persona, con le mie mani, anziché limitarmi a dirigere il processo. Mi sono reso conto di quanto mi manchi questo aspetto e di quanto mi faccia sentire felice.”
Dichiarazioni che hanno fatto seguito anche all’annuncio, avvenuto il giorno prima dell’intervista, di un accordo di Balenciaga e Kering – gruppo proprietario del marchio – per supportare la National children’s alliance (NCA) in un programma dalla durata di tre anni. La griffe guidata dal direttore creativo Demna e la fondazione charity del gruppo guidato da François-Henri Pinault sosterranno infatti molteplici aspetti, tra cui supportare il National Children Alliance Mental Health Institute per aiutare i bambini a guarire dai traumi, favorendo un aumento significativo dell’accesso alla formazione cognitivo-comportamentale incentrata sulle esperienze traumatiche. “Il sostegno di Balenciaga – si legge nella nota diramata dall’azienda -, consentirà all’associazione di formare quasi 2mila professionisti specializzati in abusi sui minori e, secondo le stime fornite dall’associazione, circa 55mila bambini beneficeranno di un’assistenza psicologica nel corso di un programma triennale”.