Continua la discesa delle azioni di Farfetch in Borsa. Il titolo del gigante dell’e-commerce ha assistito questa volta a una flessione del 35% a Wall Street, in seguito alle previsioni per il 2023 delineate durante il suo primo Capital Markets Day svoltosi ieri, nella Grande Mela.
Il colosso fondato da José Neves ha dichiarato di prevedere un ritorno alla crescita per il prossimo anno, dopo il deludente terzo trimestre che ha segnato per la prima volta una calo nel volume delle vendite.
Ma la ripartenza avrà un prezzo: la crescita, ha spiegato il gruppo, arriverà in parte da nuove partnership, inclusi accordi con Richemont, Neiman Marcus, Bergdorf Goodman e altri player, la cui attuazione costerà 170 milioni di dollari (circa 161 milioni di euro). Il mondo finanziario non sembra avere preso bene la notizia: per tutta risposta le azioni dell’e-tailer sono colate a picco in seguito all’Investor day, chiudendo al minimo storico di 5,53 dollari per azione.
Farfetch ha affermato che il suo valore lordo delle merci crescerà del 22% fino a sfiorare i 5 miliardi di dollari entro la fine del 2023, e raggiungerà i 10 miliardi entro il 2025. Nell’ultimo trimestre archiviato, il gmv (gross merchandise value) dell’azienda era diminuito del 5% e per l’intero fiscal year è atteso un calo di quasi il 7 per cento.
Al centro della strategia di crescita per il prossimo futuro, ha messo in chiaro la società, ci sarà l’hard luxury, come testimonia l‘accordo recentemente finalizzato su Ynap–Yoox Net-a-porter, la piattaforma online del lusso che fa capo alla svizzera Richemont, di cui ora Farfetch detiene il 47,5 per cento.
“Una delle nuove categorie di cui siamo entusiasti è l’hard luxury- ha spiegato il chief marketplace officer Edward Sabbagh -. Di recente abbiamo firmato un accordo storico con Richemont, soggetto ad approvazioni regolamentari, quindi per la prima volta avremo tre marchi hard luxury: Cartier, Van Cleef & Arpels e Buccellati. Questa sarà un’enorme opportunità per noi”. Il manager ha osservato che questi marchi rappresentano attualmente il 3% delle vendite del player.
Intanto, la società ha anche promesso agli investitori un miglioramento sul fronte della marginalità, con un ebitda atteso in rialzo del 3% nel 2023, tagliando fino a 85 milioni di dollari in costi operativi.
A dare fiducia a Neves, ha spiegato agli investitori, è proprio lo stato di salute dell’industria del lusso, che ha descritto come “molto redditizia e resiliente”, sopravvissuta alla crisi finanziaria del 2008 e a quella corrente, dopo la tempesta del Covid-19. E poi c’è il tema della tecnologia, su cui Farfetch vanta una posizione da pioniere, all’interno di “uno scenario frammentato sia dal lato della domanda sia da quello dell’offerta”.
Ora non resta che convincere anche Wall Street delle potenzialità del player di continuare la sua crescita anche in un panorama complesso e competitivo come quello attuale.