Che il lusso abbia intrapreso una netta inversione di marcia rispetto al periodo Covid, tornando a recuperare ampiamente le posizioni perse è un ormai un dato di fatto confermato dai bilanci dei principali gruppi del luxury. Con il ritorno in forze dello shopping di lusso, aumenta anche l’interesse degli investitori nei confronti di questo segmento. Che ha visto nel 2021 una impennata di operazioni di M&A, principalmente nel settore abbigliamento e accessori, a riprova che il settore fashion sta vivendo un periodo frizzante. La fotografia del settore l’ha scattata l’ultimo scenario Global Fashion & Luxury Private Equity and Investors Survey 2022 di Deloitte, report di analisi su trend e operazioni M&A del mercato del lusso dove si evince come, secondo le tendenze emergenti, i principali player del mercato puntino ad ottenere una solida presenza digitale e impostino le strategie aziendali intorno ai concetti di innovazione e sostenibilità.
Secondo lo studio, se nel 2020, causa crisi pandemica, il solido trend di crescita del settore era stato interrotto (basti pensare che nel quinquennio 2015-2019 era stato registrato un CAGR del +6.5%, se circoscritto al segmento dei beni di lusso personali), ad inizio 2021 già si intravedeva all’orizzonte un’inversione del trend negativo che aveva coinvolto il lusso.
È stata la categoria Apparel&Accessories a guidare la crescita delle operazioni di M&A nel 2021 che ha visto nel complesso del settore luxury (comprendente anche altre voci) un totale di 284 deal. Il numero di deal registrato è stato leggermente superiore rispetto all’anno precedente (7 operazioni in più nel complesso, un dato che raccoglie la media di tutti i segmenti del lusso), con una crescita significativa del segmento apparel & accessories che da solo registrato un incremento di 23 operazioni rispetto all’anno precedente (+22 se si considera il macro settore dei personal luxury goods). A siglare un maggior numero di accordi sono stati i fondi di private equity e venture capital, acquirente coinvolgo nella maggior parte delle operazioni. Nove le società quotate durante l’anno e in Nord America si è registrato l’incremento più significativo di deal (+24).
D’altro canto già un precedente studio sulle operazioni di M&A aveva decretato il buon momento sul fronte delle acquisizioni grazie anche dal mercato italiano, dove il settore tessile aveva dato via all’inizio dell’anno con decine di operazioni di fusione e acquisizione annunciate nel primo semestre del 2021, solo cinque nel mese di giugno.
Tornando alla ricerca Deloitte, secondo Elio Milantoni, Partner Deloitte, “Nel 2021 il settore si è ripreso sulla scia delle nuove strategie adottate dalle aziende in ambito di nuove tecnologie e del crescente impegno sui temi di sostenibilità. Nel 2022 il mercato del lusso dovrebbe accelerare ulteriormente con una crescita a due cifre e raggiungere i livelli pre-pandemici”.
Dall’analisi condotta da Deloitte, il 21% degli investitori ritiene che il settore del lusso sia riuscito a recuperare a pieno già nell’anno passato, mentre il 50% afferma che questa ripresa completa avverrà nel giro di un anno. Il 2022 comunque rimane una conferma per la volontà di investire in asset nel mondo fashion&luxury, con una particolare preferenza per la categoria Cosmetics & Fragrances (53 per cento).
I clienti del futuro appartengono alla generazione Z, tanto che secondo le stime, entro il 2025, un prodotto di lusso su cinque sarà acquistato da questa. Dunque, i canali da sfruttare devono assecondare l’onda high tech che ha inondato il mercato, dal Metaverso agli e-commerce. Ma non solo. Perché anche la sostenibilità gioca un ruolo sempre più rilevante nelle strategie di business, che porta le aziende a incorporare modelli di re-commerce, dal rental al pre-loved. Infine, si guarda con interesse alla Cina, motore di ripresa del mercato dei beni di lusso, che secondo i dati emersi entro il 2025 assorbirà il 50% delle vendite.
“Da un punto di vista geografico, l’Asia e gli Stati Uniti stanno trainando la ripresa del mercato con i consumatori cinesi che si confermano come i più attivi nel 2022, grazie a un mercato interno dinamico. Entro il 2025 si prevede che quasi il 50% degli acquisti di lusso sarà effettuato da consumatori cinesi”, commenta Tommaso Nastasi, Partner di Deloitte.