È stato il management di Richemont, la scorsa settimana, a gettare qualche ombra su quelle che, lo scorso novembre, erano “trattative avanzate con Farfetch” per trasformare Yoox Net-a-porter in una piattaforma industriale neutrale. Il colosso dell’hard luxury, fresco della pubblicazione dei risultati annuali, ha infatti deluso il mercato per la mancanza di aggiornamenti sul previsto disinvestimento in Ynap, alimentando l’eventualità di un no-deal. Ora è la stessa Farfetch a rincarare la dose, con il suo numero uno, Josè Neves, che nella conference call di analisi dei risultati del primo quarter 2022 ha precisato che “non ci sono garanzie” che la società firmi un accordo con la controllata di Richemont.
A pesare sui recenti sviluppi potrebbe essere proprio la performance di inizio anno: nei tre mesi al 31 marzo scorso la piattaforma di luxury e-commerce, nonchè aggregatore di boutique, ha registrato ricavi in aumento del 6,1% per 514,8 milioni di dollari (circa 480 milioni di euro) e un gross merchandise value, tendendo conto di tutte le sue piattaforme (digital platform; brand platform; in-store gmv), in progressione da 915,6 a 930,7 milioni di dollari. Il tasso di crescita di questi due dati, concordano le principali agenzie, evidenzia un rallentamento rispetto ai quarter precedenti. L’ebitda adjusted di Farfetch, negativo per 19 milioni di dollari nel Q1 2021, è ora in rosso per 35,7 milioni.
Per l’intero anno 2022, la società prevede ora che le vendite totali crescano dal 5% al 10% rispetto allo scorso anno. Quando Farfetch ha fornito la sua precedente guidance, alla fine di febbraio, l’aumento era fissato tra il 28% e il 32 per cento. Orizzonte simile per New Guards Group, che ora ipotizza una crescita dal 10% al 15% rispetto all’anno scorso, in calo dal +20-25% precedentemente comunicato.
A spingere l’outlook al ribasso sono le incertezze legate al conflitto Russia-Ukraina (Farfetch è tra le molte aziende occidentali che hanno cessato di operare in Russia; il Paese era il terzo mercato più grande per il player, con una quota del 6%, ndr), la nuova fase di lockdown e restrizioni da Covid-19 che ha bloccato l’Asia, ma anche il difficile equilibrio tra la spinta a favorire le vendite a prezzo pieno e, di contro, la possibilità di alleggerire le giacenze con politiche di sconto.
Molte aziende dell’e-commerce hanno faticato a confermare, nelle trimestrali più recenti, i risultati gonfiati dallo stop al canale fisico imposto dalla pandemia nel 2020 e in buona parte del 2021. “Molti hanno visto le loro azioni crollare- ricorda Business of Fashion -, incluso Farfetch, il cui titolo ha perso 77 punti percentuali quest’anno”.
“Faremo ulteriori annunci se e quando necessario”, ha affermato Neves, in un’intervista a Vogue Business, rispetto all’operazione Ynap. “Abbiamo sentito tutti Johann Rupert la scorsa settimana – ha aggiunto -. È sempre interessante ascoltare la sua visione del mondo e dell’industria. Le conversazioni sono in corso, ma non ho nessun ulteriore commento”. Il potenziale accordo con Richemont, sul tavolo dallo scorso autunno, includerebbe un investimento di minoranza di Farfetch in Ynap; Farfetch Platform Solutions (FPS) andrebbe inoltre ad alimentare le destinazione di shopping del gruppo Yoox Net-a-porter, mentre i marchi di Richemont entrerebbero nel marketplace di Farfetch.