Torna lo spettro di una bolla Nft. Che l’appeal dei Non-fungible token stesse accennando a scemare era già nell’aria, come hanno rivelato negli ultimi mesi le ricerche di Google Trends, denotando un calo dell’interesse verso sui beni digitali più chiacchierati e discussi del momento. Un’analisi sulle performance degli Nft riportata dal Wall Street Journal mette in evidenza un primo trimestre 2022 nero, in flessione del 50% sulle vendite. In contrazione (-3%) anche i profitti derivanti dagli scambi, sottolinea sempre l’indagine, con perdite di valore, rispetto all’investimento iniziale, che hanno toccato in media il 50% rispetto agli ultimi tre mesi del 2021.
Il quotidiano Usa parla di un andamento al ribasso “molto marcato” del volume di acquirenti e venditori, mentre sarebbe meno significativo il calo in termini di dollari investiti, contenuto a -5% grazie alle cifre stellari di alcuni asset virtuali.
Le cifre però mettono in luce un cambiamento se rapportate a quelle del 2021, anno del boom dei Non-fungible Token, quando questo mercato ha sfiorato la vetta dei 24,9 miliardi di dollari nel 2021, rispetto ai soli 94,9 milioni di dollari dell’anno prima, quando gli Nft rappresentavano ancora un segmento fortemente di nicchia o solo per appassionati high-spending.
Secondo il Wall Street Journal la vendita di token non fungibili è collassata a una media giornaliera di circa 19mila dollari nell’ultima settimana, accusando una battuta d’arresto pari al 92% rispetto al picco di circa 225mila lo scorso settembre.
Dopo l’escalation del 2021, dunque, dove privati e brand si sono uniti nella corsa agli Nft, questo mercato adesso starebbe dunque bruscamente rallentando, probabilmente anche nella morsa dell’inflazione e del conflitto russo-ucraino, in un clima di incertezza che scoraggia la corsa a questo tipo di investimenti.