Il settore dei terzisti italiani è in pieno fermento ed è ormai inesorabile la tendenza alla creazione di poli industriali per gestire in modo sinergico le richieste che provengono dai giganti del lusso. Gli ultimi anni hanno visto la creazione o comunque il rafforzamento di diverse holding di manifattura, da Hind-Holding Industriale al gruppo Florence e Pattern solo per citare alcuni casi. L’ultima operazione in ordine di tempo è stata quella presentata da Matteo Marzotto, presidente di Ambria Holding che, insieme a Gianfranco Piras, presidente di Xpp Seven, e Franco Prestigiacomo (CEO del private equity Xenon), ha annunciato la nascita di Minerva Hub, nuova realtà industriale del settore moda specializzata in finiture e materiali per manufatti di lusso.
La società nasce dalla fusione di Xpp Seven, gruppo fondato nel 2019 al quale fanno capo le aziende Koverlux (Bergamo), Quake (Vicenza), Sp Plast Creating (Fermo) e Zuma Pelli Pregiate (Pisa), e Ambria Holding che controlla Galvanica Formelli e Zeta Catene, entrambe aretine. In totale sono quindi 6 le aziende della neonata Minerva Hub, numero che, aggiungono i fondatori, potrebbe aumentare con l’ingresso a breve (probabilmente entro l’anno) di altre tre aziende. “Stiamo ragionando per acquisire tre possibili realtà. Il nostro obiettivo è comunque quello di rafforzarci nelle sei filiere dove siamo presenti”, hanno dichiarato in conferenza stampa.
Al momento, Minerva Hub conta oltre 101 milioni di euro di ricavi, un portafoglio di circa mille clienti e 434 occupati. Il private equity Xenon sarà socio di maggioranza mentre Ambria Holding sarà secondo azionista. Il resto del capitale resta agli imprenditori delle aziende acquisite, che hanno ceduto il 100% delle loro aziende ma hanno reinvestito nel progetto, diventando soci e manager. Matteo Marzotto avrà l’incarico di presidente mentre AD della società sarà Marco Casoni (già socio di Ambria Holding).
“La nostra idea – spiegano i fondatori – è creare un polo dove le diverse aziende che aggrediscono le differenti nicchie del mercato del lusso possano lavorare sinergicamente al servizio dei grandi brand del lusso, consentendo anche di creare nuovi prodotti sul mercato frutto del lavoro congiunto in ricerca e sviluppo”.
Il focus delle produzioni resterà legato al mondo della moda e del lusso, ma saranno possibili ampliamenti nei settori affini del design, sportswear, cosmetica, jewelry e dell’automotive.
Si conferma così, come anticipato, la forte tendenza alla polarizzazione del tessuto manifatturiero italiano. Un trend legato all’estrema frammentazione della rete industriale nel Belpaese, dove si produce circa l’80% del lusso mondiale. Di fronte a un mercato del lusso in forte ascesa, anche dimensionale, e raccolto attorno ai colossi internazionali, anche la moltitudine di piccole aziende italiane produttrici conto terzi ha fatto uno scatto in avanti strutturandosi in gruppi o entrando in nuovi poli B2b di produzione strutturati e che consentono, in questo modo, una gestione sinergica delle risorse produttive. E il risiko delle aggregazioni potrebbe continuare nei prossimi anni.