Il resale della Corea del Sud fa tremare Chanel sul fronte delle borse luxury. Sullo sfondo della nuova risalita dei contagi che mettono i bastoni fra le ruote a viaggi a spostamenti, i sudcoreani cavalcano il boom dei consumi di lusso local, spingendo la maison della doppia C a escludere quasi un terzo degli aspiranti acquirenti per impedire ai wholesaler di conquistare borse dalle cifre stellari per poi rivenderle con ricarichi di almeno il 20 per cento.
A dichiararlo è stata la stessa fashion house a Reuters, a cui ha raccontato di aver visto rallentare il foot traffic nelle proprie boutique in Corea del Sud da quando ha iniziato a selezionare i clienti che riteneva potessero fare scorta unicamente di accessori con il solo scopo di farli rimbalzare su altri mercati in ottica resale.
“Siamo stati in grado di identificarli (gli acquirenti, ndr) dopo aver analizzato i loro pattern di acquisto. Da quando è stata implementata questa politica, il traffico nelle nostre boutique è diminuito del 30 per cento”, ha detto la casa di moda all’agenzia di stampa, senza però rivelare esattamente come profilasse i clienti e i numeri di vendita per Paese.
La strategia è stata messa in atto da Chanel a partire dal luglio dello scorso anno, quando la domanda globale di beni di lusso stava riprendendo slancio in seguito all’avvento della pandemia. Secondo Euromonitor, inoltre, la Corea del Sud è il settimo mercato mondiale di luxury goods nonché uno degli unici due del ranking, insieme alla Cina, ad assistere a una crescita sul 2019 pre-Covid.
L’offerta di marchi come Chanel, tuttavia, è estremamente controllata, con l’obiettivo di preservare l’esclusività e incrementare l’appeal dei propri capi, evitando di offrire la possibilità di acquistare online e proseguendo lungo la linea dei costanti rincari. Mossa che risponde all’esigenza di contrastare le conseguenze della crisi pandemica, dall’aumento dei costi di materia prime e logistica e, ancora prima, al tentativo di impedire l’insorgere di aree grigie sul mercato.
Ed effettivamente l’attrattività delle borse del marchio francese è tangibile, se si guardano le lunghe code che si formano già all’alba negli store e grandi magazzini di Seoul per quella a cui i consumatori si preparano come a una ‘corsa all’aperto’ prima dell’orario di apertura. Un livello di hype che si riflette inevitabilmente anche sul versante della rivendita. Ad esempio, una handbag media, si legge ancora su Reuters, è stata venduta a 13,5 milioni di won (circa 10mila euro) sulla piattaforma Kream, ovvero al 20% in più rispetto al suo prezzo di listino.