Kiabi chiude il 2020 con un fatturato di 1,692 miliardi di euro (+2,4%). Con più di 25 milioni di clienti nel mondo, il colosso francese del fast fashion conta oggi 330 negozi in Francia e 133 negozi all’estero per un totale di 463 negozi. La cross-canalità è uno dei punti di forza: grazie alla sinergia tra e-commerce e store fisici il gruppo vanta sul suo sito kiabi.com oltre 200 milioni di visite all’anno. La piattaforma online rappresenta il 20% del fatturato dell’azienda, pari a 180 milioni di euro circa, con una crescita del turnover del 43% rispetto al 2019 e con il 60% di nuovi clienti nel 2020. In Italia, dove la label che fa capo al gruppo Afm – Associazione Familiare Mulliez (proprietari anche di Decathlon, Auchan e Leroy Merlin) è approdata 25 anni e dove conta 33 punti vendita il sito, Kiabi si posiziona come terzo migliore e-commerce nella categoria abbigliamento monomarca (secondo la classifica E-commerce, i 500 migliori shop online d’Italia pubblicata nel Corriere della Sera e realizzata da l’Economia con Statista, società internazionale di ricerca e analisi, a settembre 2020).
Il marchio francese punta al rafforzamento della propria posizione non solo in Italia, ma anche a livello mondiale. L’ampliamento del network retail si conferma uno dei driver della crescita del gruppo che nel 2020 ha aperto le porte all’affiliazione commerciale, con gestione dello stock in conto vendita, investendo in questo modello di business. L’espansione dei negozi sarà focalizzata su posizioni strategiche nei capoluoghi di provincia, preferibilmente situate in un centro commerciale primario, con aree di vendita di almeno 1.000 metri quadri.
Anche la sostenibilità è un elemento chiave per Kiabi: entro il 2025, infatti, le collezioni saranno al 100% eco-sostenibili e frutto di un modello economico circolare. L’azienda sposta l’attenzione sui concetti di riutilizzare, aggiustare, rinnovare e riciclare i materiali e i prodotti esistenti, trasformando i “rifiuti” in risorse, con l’obiettivo di arrivare al 100% di materiali sostenibili impiegati nella produzione. Lo scorso gennaio, dopo aver dato vita a due laboratori di personalizzazione per adattare e prolungare la vita dei capi presso gli store di Cormontreuil e Merignac e aver lanciato sei corner dell’usato in altrettanti negozi francesi, il marchio ha annunciato il lancio di un sito online dove procedere in digitale alla compravendita di prodotti usati. Nell’arco dell’anno, è inoltre prevista l’inaugurazione di altri 25 corner in Francia, Spagna, Italia e Belgio.