Puma recupera a fine 2020, ma non basta a salvare l’esercizio. Nell’intero anno il player tedesco ha registrato vendite in calo dell’1,4% a circa 5,23 miliardi di euro, soprattutto a causa del pesante calo nel secondo trimestre. L’utile netto è ammontato a 78,9 milioni di euro, rispetto ai 262,4 milioni del 2019, e l’utile per azione a 0,53 euro, contro 1,76 euro dello scorso anno. L’ebit si è attestato a 209 milioni di euro, contro i 440 dell’anno precedente. A livello geografico, nell’area Emea le vendite sono cresciute dell’1,5% arrivando a 1,98 miliardi di euro, ma sono diminuite del 3% nelle Americhe, fermandosi a 1,77 miliardi di euro. Nonostante la ripresa più rapida del mercato orientale, le vendite in Cina sono calate del 3,2% a 1,47 miliardi. L’online è cresciuto di oltre il 60% grazie agli investimenti in termini di content e performance marketing, strategie di engagement e ottimizzazione della logistica.
Nella giornata di ieri, il titolo è affondato del 4,02% sulla Borsa di Francoforte.
Nel quarto trimestre, però, le vendite di Puma sono aumentate del 9,1% (currency adjusted) a 1,52 miliardi di euro, in linea con il consensus di FactSet. L’ebit è invece rimbalzato del 15% annuo a 63 milioni, rispetto ai 55 milioni dell’anno precedente. Nel terzo trimestre il brand sportivo aveva messo a segno una crescita del 13,3% (currency-adjusted) a quota 1,58 miliardi di euro.
“La pandemia purtroppo è ancora qui e ci aspettiamo che l’impatto negativo continui nel primo e in parte del secondo trimestre, ma prevediamo un miglioramento nella seconda metà dell’anno”, ha dichiarato l’AD Bjørn Gulden, commentando i risultati del quarto trimestre e dell’intero anno fiscale.