Supreme mette a segno una vittoria decisiva contro i fake, ottenendo la registrazione del marchio in tutta Europa. Un notevole traguardo, quello raggiunto dal marchio fondato a New York nel 1994, che da anni si ritrova a combattere con le contraffazioni, dal Vecchio Continente fino in Asia.
Nello specifico, Supreme ha ricevuto la registrazione del suo marchio in tutta Europa da parte dell’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale (Euipo). Il certificate porta la data del 27 agosto, ma l’ultimo passaggio burocratico della procedura (la consegna a Supreme del documento di verifica dello stato dell’arte, ‘Eu search report’) è arrivato a fine ottobre.
In questo modo, l’azienda ha ottenuto i diritti esclusivi e la proprietà del suo marchio in tutti i 27 Stati membri. Ma non solo. La stessa Supreme, in documenti che Pambianconews ha potuto consultare, evidenzia che questo riconoscimento va sì a legittimare pienamente Supreme nel continente, ma va anche a stoppare le operazioni di tutte quelle società che fino ad ora, sfruttando l’assenza di un riconoscimento ufficiale in sede europea, operavano contraffazioni del marchio.
Per esempio, uno dei casi più eclatanti di ‘fraintendimento’ tra Supreme di New York e ‘altre’ Supreme coinvolge Samsung. Nel 2018 infatti la multinazionale sudcoreana aveva annunciato una collaborazione nel mercato cinese con Supreme, ma non quella americana, bensì quella italiana fondata a Barletta. Accordo che, si è poi scoperto, è saltato quando Samsung ha scoperto la vera identità del partner pugliese.
Il passo fatto in Unione Europe segue il recente rilascio di un marchio registrato cinese Supreme di classe internazionale 25 del Chinese Trademark Office che ha comportato, tra le altre cose, la chiusura di negozi contraffatti Supreme in Cina. In Europa, invece, un pronunciamento della Corte di Barcellona risalente all’inizio dell’anno aveva portato alla chiusura dei negozi monomarca ‘Supreme Spain’, altro marchio contraffatto.
A coronare questo 2020 storico per Supreme, è anche arrivata l’acquisizione da parte del gruppo Vf Corporation che, proprio nelle scorse settimane, ha annunciato l’ingresso nella propria galassia del marchio streetwear per una cifra di 2,1 miliardi di dollari. Un’operazione che, probabilmente, non a caso si è sviluppata in parallelo alla registrazione del marchio in Europa, e che va a rafforzare ulteriormente la solidità di un brand riconosciuto globalmente. E ora, ufficialmente, anche in Europa.