Nuovi sviluppi nella controversa vicenda dello Xinjiang, la regione cinese nota per la produzione di cotone e da tempo nel mirino dei Paesi occidentali perché accusata di sfruttamento nei confronti della popolazione degli uiguri.
Secondo l’agenzia di stampa nazionale Xinhua, riporta The Business of Fashion, la Cina sarebbe pronta a ratificare due trattati internazionali sul lavoro forzato spinta proprio dalle pressioni da parte delle nazioni oltre Muraglia. In particolare dagli Stati Uniti, che hanno recentemente approvato in Senato una legge per vietare l’importazione di prodotti dalla regione incriminata, a meno che gli importatori non dimostrino una produzione etica degli stessi.
La Cina dovrebbe quindi procedere con la ratificazione della Convenzione sul lavoro forzato e la Convenzione sull’abolizione del lavoro forzato, adottate rispettivamente nel 1930 e nel 1957 dai membri dell’Organizzazione Internazionale del lavoro.
Sebbene il governo del presidente Xi Jinping abbia categoricamente negato le accuse di lavoro forzato nello Xinjiang, sembra si sia comunque impegnato a migliorare gli standard del lavoro e a ratificare le convenzioni dell’Organizzazione come parte di quei negoziati. Ad adombrare i legami commerciali con States ed Europa permane però all’orizzonte anche il tema della guerra Russia-Ucraina, che minaccia di peggiorare ulteriormente gli equilibri internazionali.