Vf Corp, il colosso statunitense a capo, tra gli altri, dei brand Vans, The North Face, Timberland e Dickies, ha archiviato il secondo trimestre dell’anno fiscale a quota +23% su base annua con ricavi da 3,2 miliardi di dollari (circa 2,75 miliardi di euro), contro i 2,6 miliardi (2,2 in euro) dello stesso periodo del 2020. Al netto delle acquisizioni, l’aumento è stato del 19 per cento.
“Anche se la ripresa è stata bloccata da ulteriori interruzioni legate alla pandemia – ha commentato il presidente e CEO Steve Rendle – continuiamo a vedere la domanda accelerare, e la possibilità di confermare le nostre previsioni è una testimonianza della resilienza del nostro modello”.
Le entrate del segmento active sono cresciute del 16%, incluso un aumento dell’8% delle entrate derivanti dal marchio Vans e un contributo di otto punti percentuali dalle acquisizioni. Le vendite del segmento outdoor sono aumentate invece del 31%, pari all’incremento segnato da The North Face. La divisione work, infine, è salita del 18%, con una crescita del 21% dei ricavi del marchio Dickies.
Relativamente alla mappa geografica, le entrate internazionali sono aumentate del 18%, l’Europa è cresciuta del 19% e la Cina del 9. A livello di canale distributivo, le vendite direct-to-consumer sono aumentate del 32% e l’e-commerce è cresciuto del 24%, con un contributo di crescita di 19 punti percentuali dalle acquisizioni; escludendo quest’ultime, l’online è aumentato del 54% rispetto al secondo trimestre dell’anno fiscale 2020.
Sull’onda della buona performance trimestrale, il gruppo ha confermato l’outlook per il 2022, alla fine del quale conta di raggiungere un fatturato da 12 miliardi di dollari (circa 10 miliardi di euro), in crescita di circa il 30%, compresi i ricavi pari a 600 milioni di dollari da Supreme, acquisito lo scorso anno per 2,1 miliardi di dollari (1,8 miliardi in euro).