Scossone in casa Under Armour. Avviando una nuova fase di “leadership transition”, il gruppo americano dello sportswear ha infatti annunciato che il fondatore Kevin Plank tornerà in azienda come CEO e presidente dal 1° aprile. Mohamed A. El-Erian, amministratore indipendente dal 2018 e lead director dal 2020, diventerà il presidente non esecutivo del board.
Plank aveva annunciato le sue dimissioni (dopo 20 anni in azienda) nel 2019 ed era stato sostituito da Patrik Frisk. Nel gennaio 2020, Plank è stato poi nominato presidente esecutivo. A sua volta, nel febbraio 2023 Frisk ha ufficializzato la sua uscita, rimpiazzato da Stephanie Linnartz, entrata a far parte della società come presidente, amministratore delegato e membro del consiglio di amministrazione.
Linnartz rimarrà in azienda come advisor fino alla fine di aprile. “Durante il suo mandato – ha commentato Plank in riferimento all’operato della manager -, ha rafforzato il gruppo dirigente con responsabilità in aree cruciali, tra cui prodotto, design, catena di fornitura, connessione con i consumatori e gestione regionale. La sua precedente esperienza alla guida di grandi marchi è stata determinante nel focalizzare la nostra strategia di consumo”. In uno statement, Linnartz ha affermato di sentirsi “onorata” di aver ricoperto il ruolo di CEO di Under Armour.
Il nuovo avvicendamento al vertice conferma come il gruppo di Baltimora non abbia ancora trovato la ‘chiave’ per una ripartenza che permetta di recuperare fette di mercato. Secondo quanto reso noto lo scorso febbraio, nel terzo trimestre d’esercizio (dati al 31 dicembre scorso) i ricavi di Under Armour si attestavano a 1,5 miliardi di dollari (1,3 miliardi di euro), in frenata del 6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per il 2024 il brand prevede vendite in calo tra il 3% e il 4% e un utile per azione tra i 57 e i 59 centesimi, contro attese su un fatturato in calo del 2,9 per cento.
Lo scorso giugno, Under Armour aveva confermato 50 licenziamenti, con un ulteriore ridimensionamento della forza lavoro dopo gli oltre 600 tagli annunciati nel 2020, al culmine della pandemia. Con Plank di nuovo al timone, sarà dunque interessante vedere quali direttive guideranno l’evoluzione dell’azienda.