Tapestry batte le stime nel secondo quarter d’esercizio, ma annuncia che il coronavirus potrebbe impattare negativamente sulle vendite per 200-250 milioni di dollari. Il gruppo guidato da Jide Zeitlin ha archiviato il trimestre al 28 dicembre scorso con ricavi per 1,82 miliardi di dollari, a +1 per cento. FactSet aveva stimato ricavi per 1,81 miliardi. Nel periodo, inoltre, l’utile è cresciuto da 255 a 299 milioni di dollari. A livello di brand, le vendite di Coach segnano un +2% 1,27 miliardi di dollari, mentre quelle di Kate Spade sono salite a 430 milioni dai 428 milioni del corrispondente periodo di un anno fa. Infine, Stuart Weitzman registra una flessione del 7% a 116 milioni di dollari. Nei sei mesi, invece, vendite di Tapestry sono calate da 3,182 a 3,174 miliardi di dollari.
Contestuale alla pubblicazione dei dati, l’annuncio di alcuni cambiamenti tra le cariche esecutive. Liz Fraser è stata nominata CEO e brand president di Kate Spade e sarà operativa dal primo marzo. Giorgio Sarné è stato promosso a CEO e brand president di Stuart Weitzman e prende così il posto di Eraldo Poletto, arrivato nel 2018 da Ferragamo, che ha deciso di lasciare la società dal primo marzo. Yann Bozec, invece, è il nuovo presidente del gruppo per l’Asia-Pacifico.
In linea con quanto già annunciato da gruppi come Capri Holdings, Ralph Lauren e Levi Strauss, Tapestry stima che la chiusura di gran parte dei negozi in Cina, a seguito dell’epidemia di coronavirus, si tradurrà in ‘vendite mancate’ (la stima, come detto in apertura è di 200-250 milioni di euro). Il gruppo Usa ha detto che l’Ex Celeste Impero ha un’incidenza low to mid-teens (quindi tra il 10% e il 15%) sui ricavi totali di Tapestry, che ha inoltre ridotto l’esposizione della catena di approvvigionamento, spostando la produzione in altre regioni.
Le azioni di Tapestry hanno chiuso la seduta di ieri in crescita del 3,7% a Wall Street.