Il celebre brand di streetwear Supreme chiude l’anno al di sotto delle aspettative. Come riportato da BoF, la label che fa capo a Vf Corporation, gruppo che ha visto nello scorso full year un calo del 2% sulle vendite, ha registrato un fatturato (per l’anno conclusosi a marzo 2023) di 523,1 milioni di dollari, in calo rispetto ai 561,5 milioni di dollari dello stesso periodo dell’anno precedente (da circa 519 milioni di euro a circa 484 milioni). In negativo anche la redditività, dove l’utile netto è sceso a 64,8 milioni di dollari rispetto agli 82,4 milioni dell’anno precedente.
Un risultato molto al di sotto delle aspettative per il gigante dello streetwear newyorkese, le cui stime per il 2022, secondo quanto previsto dalla casa madre, puntavano a un giro di affari di 600 milioni di dollari. Un obiettivo che seguiva a sua volta le previsioni post acquisizione: quando il brand è entrato a far parte del gruppo americano (proprietario, tra gli altri di, The North Face, Timberland e Vans) nel novembre 2020, si stimava un’opportunità globale da 1 miliardo di dollari nel medio periodo, legata soprattutto alle vendite all’estero e direct-to-consumer.
Al tempo dell’acquisizione, secondo quanto riportava Bloomberg, l’operazione ha previsto un esborso di 2,1 miliardi di dollari (circa 1,8 miliardi di euro), cifra che inquadra la più grande acquisizione del gruppo americano dopo quella di Timberland nel 2011(allora erano stati spesi 2,3 miliardi).
Ad oggi Supreme sembrerebbe quindi vivere un momento di stallo rispetto al ‘boom’ del passato, quando nel 2017 aveva raggiunto l’apice del suo successo grazie anche alla collaborazione con Louis Vuitton. Un meccanismo, quello delle ‘collabo’, che seppur ha permesso al brand di raggiungere una clientela vastissima negli scorsi anni, ha nel tempo creato una bolla dove il suo co-branding ha perso di rilevanza, sfociando, secondo gli addetti ai lavori, nel ‘mainstream’. Molte delle critiche che i fan del marchio avevano mosso a Supreme riguardavano proprio il numero eccessivo di partnership e l’essersi allontanato dal suo core business, una clientela esclusivamente formata da skater e amanti dello streetwear – quando questo non era ancora diventato un fenomeno globale e non era sbarcato sulle passerelle delle settimane della moda.
Tra le tante collaborazioni collazionate dal brand nel fashion luxury spiccano, tra le più recenti, capsule collection con Burberry, Emilio Pucci, Tiffany & Co, Missoni, Rimowa, Jean Paul Gaultier, Yohji Yamamoto e Junya Watanabe. Da febbraio 2022, alla guida creativa di Supreme è subentrato Tremaine Emory, designer fondatore del brand Denim Tears.