Hermès sta tallonando Louis Vuitton e potrebbe superarlo. A prevedere la performance della maison di rue Faubourg Saint-Honoré, che nell’arco dei prossimi anni potrebbe riuscire a mettere in ombra il marchio ammiraglio del colosso Lvmh, è Citigroup, si legge su Bloomberg. Il sorpasso, prevede ancora la società a stelle e strisce, porterebbe Hermès a diventare il primo marchio del lusso a livello mondiale in termini di fatturato.
Nello specifico, le vendite del produttore della celebre borsa ‘Birkin’ sarebbero destinate a raggiungere la soglia ‘simbolica’ dei 20 miliardi di euro entro il 2027, se non prima, avrebbe pronosticato l’analista di Citigroup Thomas Chauvet in una nota di pochi giorni fa, raggiungendo dunque una pietra miliare che Louis Vuitton avrebbe già celebrato nel 2022. Nell’ultimo esercizio, Hermès ha generato un fatturato di gruppo pari a 13,4 miliardi di euro, in aumento del 16% a cambi correnti sul fiscal year precedente.
“Hermès – ha commentato Chauvet – gode di uno dei profili di crescita, margine e flusso di cassa più prevedibili nel settore del lusso”. L’analista ha poi proseguito sottolineando la strategia dei prezzi portata avanti dalla maison parigina, che spaziano da proposte più accessibili all’ultra-luxury, ma anche il suo controllo sulla distribuzione e le opportunità di crescita in categorie che esulano dalla pelle, quali il prêt-à-porter, gli orologi, i gioielli e gli articoli per la tavola.
Nonostante uno scenario di generale preoccupazione relativo al rallentamento della domanda di articoli di fascia alta e molto alta all’indomani della crisi pandemica, le azioni di Hermès hanno comunque sovraperformato rispetto agli altri del lusso, guadagnando un rialzo del 20% durante quest’anno, ricorda l’agenzia di stampa, contro il +8,2% messa a segno da Louis Vuitton.
Più in generale, Hermès è considerato un battitore libero all’interno del campionato del lusso, grazie alla sua esposizione a un target di clientela estremamente facoltoso e a un modello di business improntato alla ricerca e al mantenimento della scarsità. Dal canto suo, la fashion house di Lvmh appartiene a un gigante luxury con un parterre di 75 marchi e con una trasversalità pressoché ineguagliata, che spazia dalle borse allo champagne.
Secondo le stime degli analisti dell’istituto di credito britannico Hsbc, Louis Vuitton da solo genera circa il 50% della redditività di Lvmh, rappresentando il 26% delle vendite. Alla fine di gennaio, in occasione della pubblicazione dei risultati annuali di Lvmh, il player ha ribadito la necessità di mantenere il marchio all’interno di un range di crescita tra l’8% e il 10%, tasso auspicabile “per la desiderabilità del marchio”, ma non è detto basti a fermare la corsa di Hermès nel contesto del lusso post-Covid.
Intanto, come prima cartina di tornasole, sono in arrivo i risultati del primo trimestre dei player del lusso internazionale, tra cui naturalmente proprio Lvmh ed Hermès, che li pubblicheranno rispettivamente questa sera stessa, nell’after market, e il prossimo 25 aprile.