Diversità, uguaglianza e inclusività. Per dirla in breve, DEI, un acronimo (dalle iniziali delle tre parole inglesi) molto in voga, specie nelle grandi aziende sul fronte del lusso, che hanno iniziato a riservare a questi temi un ruolo centrale nelle strategie di governance interna e di comunicazione. Vale negli Stati Uniti, dove il Cfda – Council of Fashion Designers of America, nel gennaio del 2019, aveva denunciato attraverso un report la mancanza di diversità ai piani alti delle maison della moda, per poi creare il Black advisory board. Ma vale anche nel Vecchio Continente, in cui il campanello d’allarme si è acceso dopo una serie di passi falsi inanellati dai brand del lusso continentale.
Si inquadrano in questa prospettiva le quattro iniziative annunciate dal gruppo milanese guidato da Miuccia Prada e Patrizio Bertelli, volte a rafforzare l’impegno in materia di diversità, equità e inclusione all’interno dell’azienda e nell’industria della moda nel suo complesso e che rappresentano un ulteriore passo in avanti nella strada verso l’inclusione e la diversità che la maison sta portando avanti da alcuni anni. “Siamo impegnati in azioni significative e concrete che amplieranno le possibilità di carriera e le opportunità professionali delle persone di colore nell’industria della moda – ha dichiarato Malika Savell, chief diversity, equity & inclusion officer per Prada North America, nominata lo scorso ottobre -. Riconosciamo le barriere che ostacolano l’accesso a questo settore e l’importanza della diversità in tutti i suoi aspetti e, proprio per questo, vogliamo sviluppare nuovi programmi di formazione per sostenere il percorso degli aspiranti professionisti nella moda, investendo in una prossima generazione di talenti diversi”.
In partnership con il Fashion Institute of Technology di New York, istituzione riconosciuta a livello internazionale per la formazione in materia di design, moda, arte, comunicazione e business che fa parte della State University of New York, il più grande e completo sistema di istruzione superiore negli Stati Uniti, l’azienda italiana assegnerà una borsa di studio al miglior studente diverso americano che intende intraprendere una carriera nella moda. Prada metterà, inoltre, a disposizione una borsa di studio alla miglior studentessa proveniente dal Ghana o dal Kenya. Entrambe le borse di studio copriranno l’intera retta, vitto e alloggio compresi, per i loro programmi di studio Aas (Associate of Applied Science) e Ba (Bachelor’s Degree). L’iscrizione per le borse di studio partirà nell’autunno 2021 e gli assegnatari saranno affiancati da leader del settore che li seguiranno nel ruolo di mentori e avranno l’opportunità di lavorare presso il gruppo Prada.
Un altro tassello della strategia è il programma Generation Prada Internship, che prevede un tirocinio retribuito riservato a talenti provenienti da diverse culture e orientamenti, con la possibilità di operare sul campo entrando a far parte dei team corporate e retail del gruppo Prada, che collaborerà con varie organizzazioni per attrarre e selezionare i candidati. Il tirocinio è pensato per offrire esperienze professionali formative alla prossima generazione di leader e per incrementare il recruitment di talenti diversi.
Più focalizzato il modulo formativo per giovani donne sviluppato in partnership con l’ Unfpa – Agenzia delle Nazioni Unite per la salute sessuale e riproduttiva, che sfrutterà la moda e il design come espressione per promuovere l’uguaglianza di genere. Il modulo sarà sviluppato per e con le giovani donne del Kenya e del Ghana, per offrire l’opportunità di condividere le loro esperienze e utilizzare la moda per generare un impatto sociale ed economico positivo.
Infine, è stata istituita una collaborazione con Dorchester Industries, fondata da Theaster Gates, artista e attivista, nonché co-chair del diversity and inclusion advisory council del gruppo Prada, per la creazione di un Design Lab triennale che recluterà e sovvenzionerà designer di colore talentuosi a Chicago, New York e Los Angeles. Ogni gruppo lavorerà su progetti definiti e il Design Lab fungerà da spazio di scambio e formazione per i futuri designer e creativi. Ogni anno, il gruppo Prada assegnerà un premio a un artista o designer per incoraggiare la sua attività e permettergli di lanciare una propria capsule all’interno dello spazio.
“Questo programma articolato rispecchia l’impegno del gruppo Prada nel coltivare, assumere e trattenere talenti in azienda nel rispetto delle diversità e nel creare una cultura inclusiva – ha dichiarato Lorenzo Bertelli, head of marketing & head of corporate social responsibility del gruppo Prada, che ha in portafoglio, oltre all’omonimo marchio, Miu Miu, Church’s, Car Shoe e Marchesi 1824 -. Si tratta di iniziative che segnano un progresso concreto e rappresentano un ulteriore stimolo per creare nuove opportunità che favoriscano la diversità, sia all’interno di Prada, sia nell’intero settore, oggi e in futuro”.
Il tema della diversity e dell’inclusività è già da tempo al centro delle policy aziendali dei gruppi americani, dove la sensibilità su questi aspetti è più accentuata per ragioni di composizione sociale. Ma anche in Europa il vento della diversità ha iniziato a soffiare, come era emerso lo scorso novembre in occasione della presentazione del ranking annuale ‘Diversity Leaders’ promosso dal Financial Times. Già da un paio d’anni le principali maison europee del lusso, tra cui Gucci e Kering, Prada, Burberry e Chanel avevano figure manageriali ad hoc e la stessa Camera Nazionale della Moda Italiana aveva redatto nel 2019 un manifesto proprio su inclusione e diversità.