Il vento della diversità inizia a soffiare sul Vecchio Continente. Chanel ha appena assunto il suo primo Global head of diversity and inclusion. La scelta della maison francese segue quella dei luxury brand Gucci, Prada e Burberry, che hanno introdotto ruoli simili all’interno del loro staff. Chanel ha puntato su Fiona Pargeter, precedentemente impegnata nella medesima mansione per il colosso bancario svizzero Ubs. La nomina della manager, come dichiarato dalla griffe, è “segno dell’impegno e dell’importanza di questi temi per la maison”. Ciò si aggiunge alle dichiarazioni di promozione di una cultura di diversità e inclusione, come sottolineato all’interno del proprio ‘Report to society’ dello scorso anno.
Il tema della diversity e dell’inclusività è già da tempo al centro delle policy aziendali dei gruppi americani, dove la sensibilità su questi aspetti è più accentuata per ragioni di composizione sociale.
Tuttavia, il campanello d’allarme si è acceso anche nelle griffe europee, dopo una serie di passi falsi inanellati dai brand del lusso continentale. A partire dai problemi derivati dalla nota campagna video realizzata da Dolce & Gabbana per il mercato cinese. Gli stessi Chanel, Gucci, Burberry e Prada, come ricorda Business of Fashion, sono incappati, di recente, in episodi simili cui sono seguite scuse e iniziative di sensibilizzazione.