Kering archivia il terzo trimestre dell’anno totalizzando ricavi per 3,7 miliardi di euro, in flessione del 4,3% su base reported e del -1,2% su base comparabile, dato, quest’ultimo, migliore delle attese degli analisti che, come riportato da Reuters, prevedevano un calo nella forchetta dell’8-13 per cento. Il gruppo, inoltre, ha migliorato la propria performance rispetto al trimestre precedente, in cui aveva realizzato ricavi in calo del 29,6% su base reported e del 30,1% su base comparabile.
Le vendite del canale retail, che rappresentano il 77% delle vendite totali, sono tornate ad un livello pari a quello pre-Covid, ha specificato il gruppo in una nota, mentre il canale wholesale ha registrato un calo del 5,2% su base comparabile, “riflettendo sia il forte rallentamento del travel retail e dei flussi turistici, sia la strategia del gruppo di rendere più selettiva la propria distribuzione”. Di contro, il canale e-commerce ha registrato un +102 per cento, “con vendite più che raddoppiate nel terzo trimestre”, e sospinte da Nord America e Asia-Pacific. Nei primi nove mesi, questo canale ha rappresentato il 12,5% del totale delle vendite di Kering.
A livello geografico, il gruppo h registrato una ripresa in Nord America (+ 44%), “sostenuta da un rimbalzo della domanda locale”, e Asia-Pacific (+ 18,5%), trainata “dall’ottimo slancio nella Cina continentale”. Le performance in Europa occidentale (-41%) e Giappone (-23%) “risentono ancora fortemente dell’interruzione dei flussi turistici”.
Nel periodo, Gucci ha subito un calo del 12,1% (-8,9% su base comparabile) a quota 2,1 miliardi di euro, su cui ha pesato la flessione del 31,6% del wholesale e il -4% evidenziato dalle vendite retail. Il canale e-commerce è invece arrivato a contare per il 12,6% delle vendite retail totali. “Gucci ha forse sofferto più di altri per la mancanza di flussi turistici”, ha detto ai giornalisti Jean-Marc Duplaix, chief financial officer di Kering. Nel secondo trimestre, il brand aveva registrato una flessione del 44,7% a 1,26 miliardi.
Di contro, crescono gli altri principali brand del gruppo. Yves Saint Laurent ha infatti realizzato una crescita dello 0,8% a 510,7 milioni di euro, così come Bottega Veneta ha messo a segno un +17% a 332,5 milioni. Gli altri brand hanno infine totalizzato ricavi per 669,1 milioni (+9,3 per cento).
Nei nove mesi, il gruppo ha realizzato ricavi per 9 miliardi, in flessione del 21,1 per cento.
“Nel terzo trimestre le vendite di Kering hanno recuperato in modo significativo, nonostante il contesto attuale. La creatività di ognuno dei nostri marchi e l’agilità della nostra organizzazione hanno sostenuto il forte rimbalzo delle vendite, che hanno raggiunto un livello simile a quello del terzo trimestre del 2019”, ha commentato François-Henri Pinault, chairman e CEO. “Abbiamo continuato ad implementare con costanza la nostra strategia: l’internalizzazione delle attività di e-commerce ha raggiunto nuovi traguardi, e continuiamo a porre le basi per un’ulteriore crescita. Grazie ad una solida posizione finanziaria, ulteriormente rafforzata di recente, continueremo ad investire nei nostri marchi per consolidarne l’esclusività e il posizionamento. Nonostante lo scenario incerto e una visibilità limitata sul futuro, ci sentiamo preparati e fiduciosi nella nostra capacità di raggiungere dei buoni risultati nel corso del tempo”.
I dati riguardanti il terzo trimestre dell’anno sono usciti ieri, giornata in cui il titolo di Kering ha chiuso con un ribasso del 3,8 per cento. Attualmente, il ribasso sta navigando sul -2,8 per cento.