Ieri sera Kering ha inaugurato la sua nuova sede milanese in via Senato annunciata nel febbraio 2022. Il colosso del lusso francese occupa in esclusiva una superficie di 9500 metri quadrati distribuita su sei piani di Palazzo Pertusati con un doppio affaccio sul Quadrilatero della moda da una parte e i Giardini ‘Indro Montanelli’ dall’altra.
“La storia d’amore di Kering, come gruppo, con l’Italia è iniziata 20 anni fa e da allora coltiviamo e sviluppiamo i nostri bellissimi brand italiani – ha affermato il presidente e AD di Kering François-Henri Pinault -. E i nostri brand italiani sono il meglio della creatività e dell’artigianalità italiana. Altrettanto importante in tutti questi anni è stato investire nella crescita delle capacità del gruppo attorno ai brand in Italia. E cito solo alcuni esempi, ovviamente, come il recentissimo hub internazionale e globale per la logistica che abbiamo costruito a Trecate (Novara), che serve tutti i marchi del gruppo nel mondo, ma anche, a Milano, il Material Innovation Lab è così importante per il nostro impegno nella sostenibilità. Ma siamo andati oltre a questo e abbiamo sviluppato hub industriali in Italia per i nostri brand non italiani. È il caso di Saint Laurent, di Balenciaga e Alexander McQueen. E il motivo è che in certe attività del gruppo, quando si tratta di know how e delle competenze necessarie, sono disponibili e reperibili solo in Italia. Ecco perché stiamo costantemente investendo nelle nostre capacità industriali in Italia”.
“Ringrazio Pinault per l’occupazione che si crea nella nostra città che, pur non essendo la più bella del mondo, ha la caratteristica di lavorare su un mix di tante qualità che messe insieme creano attrattività. Siamo la città della creatività e dello stile grazie a moda, design e food ma siamo anche una città universitaria. Avere 220mila studenti su una popolazione 1,4 milioni di persone vuol dire un reshore incredibile, l’innovazione qui è di casa. In questi sette anni da sindaco ho cercato di lavorare sull’internazionalità di Milano perché dà tanti vantaggi ed è il miglior presupposto per continuare a costruire un futuro fiorente. In una città molto attiva come Milano la politica può condizionare il 10% del suo futuro, l’altro 90% deriva da altriecomponenti tra cui l’impresa”, ha dichiarato il sindaco Beppe Sala.
Jean-François Palus, direttore generale di Kering, ha commentato: “Siamo molto felici di trasferire la nostra sede italiana in questa magnifica location al centro del distretto del lusso e degli affari a Milano, rafforzando così, anche simbolicamente, il ruolo di Kering quale polo di riferimento nel panorama italiano del lusso e dell’imprenditoria. Dopo la realizzazione dell’hub logistico di Trecate nel 2021 e i consistenti investimenti in corso da parte delle maison del gruppo in Italia, questa nuova sede rappresenta una tappa fondamentale per la presenza di Kering nel Paese, e sono certo che contribuirà a rafforzare ulteriormente il senso di appartenenza degli oltre 13mila dipendenti del gruppo in Italia.”
L’headquarter sorge sull’area dell’ex Palazzo Pertusati Gropallo, progettato nel XVIII secolo dall’architetto Simone Cantoni e considerato un modello di stile neoclassico. Cinque piani della sede sono adibiti agli ambienti di lavoro mentre all’ultimo piano è stata allestita una sala conferenze con vista panoramica. Gli spazi comuni includono la mensa interna, il bar e una terrazza panoramica di oltre 1500 metri quadrati con vista sul Duomo e sui tetti del centro di Milano. Il progetto otterrà a breve le certificazioni Leed Platinum e Well Gold.
Nel primo trimestre 2023 i ricavi di Kering, cui fanno capo i fashion brand Bottega Veneta, Gucci, Saint Laurent, Brioni, Balenciaga e Alexander McQueen, hanno superato quota 5 miliardi di euro (5,077 miliardi per la precisione), in rialzo del 2% a tassi correnti o dell’1% a livello comparabile. Il giro d’affare del retail, ossia nei negozi di proprietà e includendo anche l’e-commerce, ha registrato un progresso del 4%, con tutte le maison che hanno contribuito alla crescita. Le vendite indirette (wholesale e royalties) sono diminuite del 10% a tassi comparabili, “coerentemente con la strategia di razionalizzazione del canale distributivo.