Se il lusso ha già ingranato la marcia della ripresa incoronando il 2021 come un anno d’oro per i consumi mondiali, per il fast fashion – e in sostanza i colossi del settore – i tempi sono più dilatati. Il recupero rispetto al 2019 c’è in generale ed è tangibile ma solo dal periodo estivo, complice la riapertura dei negozi con l’allungamento dell’orario di vendita e, soprattutto, la costante crescita del canale e-commerce.
È il caso del gigante spagnolo Inditex che ha registrato un fatturato di 11,94 miliardi di euro nel primo semestre dell’anno fiscale (1 febbraio – 31 luglio 2021), con una crescita del 49% su base annua (anche se resta del 7% più basso rispetto ai livelli pre-pandemia del 2019). L’utile netto è stato di 1,27 miliardi di euro, rispetto a una perdita di 195 milioni di euro nel primo semestre del 2020 e agli 1,55 miliardi di euro dei primi sei mesi 2019. Il boost, come anticipato, è arrivato soprattutto nel secondo trimestre chiuso a fine luglio. In questo periodo i ricavi sono cresciuti del 7% a 6,99 miliardi, rispetto al precedente massimo storico del trimestre, fissato nel 2019. Allo stesso modo, l’utile netto del secondo trimestre 2021 ha raggiunto 850 milioni di euro, sovraperformando il precedente record raggiunto due anni fa. Il trend positivo, peraltro, sta proseguendo anche nel terzo trimestre: come sottolineato da Inditex nella nota, le vendite in store e online tra il primo agosto e il 9 settembre si attestano a un +22% rispetto allo stesso periodo del 2020 ma superano anche l’analogo periodo del 2019 (+9 per cento).
Se è vero che il recupero è andato di pari passo con l’allentamento delle restrizioni sul fronte dei negozi, è altrettanto vero che l’online, canale che ha rappresentato un’ancora di salvezza in epoca di lockdown, non ha rallentato la sua crescita. Al contrario, le vendite in rete hanno continuato a registrare un incremento significativo, risultando superiori del 36% ai livelli dei primi sei mesi 2020 e del 137% sopra il primo semestre 2019. Le vendite online dovrebbero rappresentare oltre il 25% delle vendite totali nell’anno fiscale 2021, ha sottolineato la società.
Secondo Reuters, gli analisti affermano che la ripresa di Inditex, proprietario di Zara, nel trimestre, probabilmente ha ricevuto una spinta in più, tra le altre cose, da un forte recupero nel suo mercato principale, la Spagna, aiutata anche da migliori vendite in Cina, mercato che, invece, sta rappresentando un terreno minato per H&M, colpito dalla querelle politica delle presunte violazioni dei diritti umani nella regione dello Xinjiang e del boomerang mediatico cinese contro i marchi occidentali. H&M a marzo è stato cancellato da Tmall e dagli app store dei produttori di telefoni nazionali dopo che nel 2019 aveva espresso preoccupazione per presunte violazioni dei diritti umani nella regione cinese produttrice di cotone.
Nel terzo trimestre (primo giugno – 31 agosto) le vendite di H&M cresciute meno del previsto a causa delle restrizioni per la Covid-19 in Asia e Oceania, che hanno quindi rallentato il ritorno ai livelli pre-pandemici già in atto nelle altre regioni. Come riportato dal gruppo svedese nel comunicato, “le vendite nette in valuta locale sono aumentate del 14% nel terzo trimestre 2021, rispetto al corrispondente periodo del 2020. Convertite in corone svedesi, le vendite nette sono aumentate del 9% a 55.585 milioni (circa 5,48 miliardi di euro)”. Gli analisti si aspettavano in questo caso un incremento del 14 per cento. Nel terzo trimestre del 2019 il gruppo del fast fashion ha registrato vendite nette per 62 miliardi di corone svedesi. Il gruppo in mattinata sta perdendo il 3% in Borsa mentre Inditex cede mezzo punto percentuale.
Come riporta Reuters, gli analisti di Alantra Equities hanno affermato in una nota che l’abolizione delle restrizioni ai viaggi, l’allentamento dello smart working e il ritorno degli eventi sociali dovrebbero stimolare la domanda di abbigliamento alla moda ma restano aperte le sfide per il fast fashion, in particolare per chi non è strutturato online. Non a caso, le vendite del rivenditore britannico di moda a basso costo Primark, che non ha una presenza online, sono state inferiori alle aspettative del management nell’ultimo trimestre.
Tornando a Inditex, il gruppo in occasione della comunicazione dei dati semestrali ha comunicato due novità strategiche a livello di marchi. Uterqüe cesserà di avere una sua distribuzione autonoma e sarà integrato in Massimo Dutti nel corso del prossimo anno. Sarà venduto online e in una selezione di negozi di Massimo Dutti. Il mondo Zara arricchisce la sua offerta del settore activewear con il lancio di Zara Athleticz, una linea sportiva per uomo che sarà disponibile il 30 settembre online e in negozi selezionati. Inditex opera già nel settore sportivo con Oysho.