Per i grandi gruppi europei del lusso per i prossimi mesi gli analisti prevedono un rallentamento della crescita delle vendite nel primo semestre una decelerazione che per alcuni rappresenta un ritorno a una crescita “normalizzata” dopo un periodo di espansione accelerata. Nella seconda metà del 2024, invece, si potrebbe assistere a un rimbalzo più marcato. È quanto emerge dall’analisi di Bank of America. Gli analisti consigliano, tuttavia, ancora cautela sottolineando, che per l’anno in corso, i risultati dipendono in larga misura dal comportamento dei consumatori cinesi. “I consumi cinesi saranno determinanti per l’anno in corso”, affermano gli analisti. Nel 2023 la spesa cinese per il lusso è aumentata del 50% riconquistando una quota sostanziale del mercato globale. Le attese sono per il proseguimento di questa tendenza, con un aumento previsto del 10% della spesa cinese nel 2024, che rappresenterà l’80% dei ricavi incrementali del settore. Tuttavia, la ripresa della domanda nella non meno importante regione europea incontra ancora ostacoli, soprattutto a causa del lento ripristino delle capacità di volo ai livelli pre-Covid.
Nel report gli analisti hanno sollevato anche altre questioni che interessano il settore in particolare le sfide che devono affrontare alcuni marchi in fase di ‘turnaround’, dopo aver perso quote di mercato negli ultimi tre anni. In questa situazione l’aumento dei costi volti a sostenere le nuove collezioni di stilisti potrebbero riflettersi in una riduzione dei margini. In particolare l’analisi di Bank of America, sottolinea le difficoltà di gruppi come Kering (nella fattispecie per il marchio Gucci) e Burberry nell’attuare una svolta basata sui prodotti. Lo scorso 12 gennaio il marchio di moda britannico Burberry ha emesso un profit warning, il secondo dopo aver comunicato a novembre che difficilmente avrebbe raggiunto la guidance precedente sui ricavi. L’azienda guidata dal CEO Jonathan Akeroyd ha dichiarato che l’utile operativo rettificato per l’anno fiscale, che si concluderà a marzo, sarà compreso tra 410 e 460 milioni di sterline (pari alla forbice compresa tra 480 e 538 milioni di euro).
Per i big del lusso la revisione delle guidance in termini di ricavi e utili potrebbe estendersi per altri 3-6 mesi. Per gli analisti di Bank of America la crescita del fatturato dovrebbe attestarsi ad un più limitato 4% nel 2024, in netto contrasto con la crescita dell’11% registrata nel 2023.
Risultati migliori delle attese per Hèrmes che riconferma così la sua solidità, registrando performance migliori dei competitor del lusso pur in un contesto economico sfavorevole, grazie ad una clientela selezionata e ultra ricca che la mette al riparo dalle avverse condizioni economiche. Per gli analisti lo sviluppo delle vendite è sostenuto anche del design classico dei prodotti. Inoltre, la maison può contare su di una attenta gestione della produzione e delle scorte, che ha contribuito a mantenere l’effetto di esclusività del marchio. L’azienda prevede di aumentare quest’anno i prezzi tra l’8% e il 9% a livello globale, ha detto in una conference call il presidente esecutivo Axel Dumas per effetto soprattutto “della clientela locale in Europa, e rende l’impatto dei flussi turistici non così importante per l’azienda come per alcuni concorrenti” ha aggiunto il presidente esecutivo.
Per gli analisti “Hermes è l’ennesima azienda che crede nella ripresa dei consumatori americani, in relazione al miglioramento del sentiment e del futuro contesto macro”. Quanto alle prospettive, nel medio termine, nonostante le incertezze economiche, geopolitiche e monetarie del mondo, il gruppo conferma “un ambizioso obiettivo di incremento del fatturato a tassi costanti”.
Hermès è la miglior performance del settore del lusso (+30% in borsa negli ultimi dodici mesi) con una capitalizzazione di mercato che ha raggiunto i 226 miliardi di euro e ha assunto la seconda posizione nel benchmark francese, dietro alla rivale Lvmh, ancora molto distante con oltre 400 miliardi di euro di market cap.
L’andamento borsistico di Lvmh (è stato il più grande titolo europeo per capitalizzazione di mercato prima di essere superato da Novo Nordisk) ha riflesso essenzialmente il trend del settore, considerato che i suoi risultati sono espressione di una una realtà molto diversificata che esprime meglio di altri le tendenze e la direzione del settore, soprattutto in un momento nel quale l’incertezza regna sovrana. Sebbene lo scenario geopolitico e macroeconomico rimanga incerto, Lvmh confida nella sua capacità di continuare a crescere nell’anno in corso. Il gruppo di Bernard Arnault conta di mantenere il trend osservato nel 2023 (+9%), nonostante le preoccupazioni geopolitiche in Europa orientale e Medio Oriente e ottiene una valutazione positiva dagli analisti di Bank of America per il portafoglio diversificato di marchi e il posizionamento strategico sul mercato. Per Kering, Burberry, Ferragamo e Tod’s si prevede invece una sottoperformance. Moncler e Swatch, devono affrontare sfide uniche: per Moncler si prevede una crescita più lenta e margini di profitto in calo mentre Swatch, risente della natura ciclica del segmento degli orologi di lusso, esclusi marchi come Rolex, Audemars Piguet e Patek Philippe che sono limitati dall’offerta. Nel complesso per il segmento del lusso europeo occorre ancora cautela almeno per i prossimi mesi.