Le sanzioni imposte a Putin preoccupano il settore della conceria e delle pellicce. Lo conferma a Pambianconews Cesare Gavazzi, CEO di Fureco, azienda brianzola specializzata nella produzione di pellicce cui fanno capo i brand Fabio Gavazzi, Fabio Gavazzi Man, Mavina, Fureco Home e che vanta rapporti di collaborazione con griffe del calibro di Fendi, Ermanno Scervino, Moncler e Kiton. Il manager non nasconde che, a causa del conflitto bellico in Ucraina, l’affluenza durante la recente edizione di TheOne Milano è stata al di sotto delle aspettative: “la mancanza di presenze da Russia, Kazakistan, Uzbekistan e Ucraina ha impattato fortemente sulle presenze. Si tratta di un problema enorme perché per noi questi paesi pesano per quasi il 50% di tutte le esportazioni mondiali. Inoltre con il nuovo pacchetto di sanzioni dell’Unione Europea verso la Russia in vigore dal 16 marzo i rapporti saranno ancora più compromessi anche perché le informazioni che vengono diramate lì sono tutt’altra cosa rispetto alla realtà”.
A farne le spese saranno in primis le pmi, polmone nevralgico dell’industria italiana: “Sconteremo tutti le sanzioni, soprattutto le aziende maggiormente esposte verso questi Paese e se non ci saranno dei ristori ne risentirà l’intera filiera. Nei settori abbigliamento, pelliccia e pelle ci sono tante piccole realtà, aziende artigianali che tramandano il nostro prezioso know how, già sofferenti a causa della pandemia. Oggi rispetto al 2019 la produzione si concentra in tempi più serrati che mettono sotto stress l’organizzazione aziendale, inoltre la mancanza di materie prima non aiuta affatto”, spiega Gavazzi.
Durante la pandemia si è assistito all’abbattimento di milioni di pelli di visone perché il Danimarca pensavano che il Covid mutasse negli animali e contagiasse l’uomo, ciò ha aumentato la carenza di materie prime di alta qualità. Fabio Gavazzi aveva lanciato la linea maschile a gennaio 2020, durante l’edizione di Pitti Uomo, rallentata notevolmente dalla pandemia; quest’anno la collezione aveva suscitato interesse tra i buyer intervenuti alla fiera fiorentina: “Alcune società ci hanno chiesto l’esclusiva ma spesso provenivano proprio dalla Russia. Siamo fermamente posizionati nel segmento lusso però rispetto ai brand più affermati abbiamo un rapporto qualità prezzo più interessante”, aggiunge il CEO. Il numero uno di Fureco sottolinea le proprietà ecosostenibili della pelliccia naturale, nonostante le accuse di associazioni animaliste e il dietro-front di alcuni luxury brand: “Le nostre pellicce sono ampiamente certificata a livello Reach, siamo arrivati alla certificazione Furmark realizzata in collaborazione con Lvmh, una garanzia a livello etico che assicura la tracciabilità grazie a un sistema simile a quello della blockchain. Il consumatore finale può risalire a tutte le informazioni relative alla filiera attraverso un numero seriale che garantisce anche l’autenticità del prodotto stesso. Senza contare che, rispetto a tutta una serie di capi, la pelliccia può essere riutilizzata nel tempo, trasformata, rimessa a modello”.