Pellicce in visone e zibellino maschili. Durante la 97esima edizione di Pitti Uomo, Fabio Gavazzi ha svelato la prima collezione menswear composta da circa 40 capi pensati per l’A/I 2020-21. “Abbiamo scelto la fiera fiorentina perché rappresenta al meglio l’eccellenza nostrana, per il nostro prodotto 100% made in Italy non ci sarebbe stato showcase migliore”, ha spiegato a Pambianconews Alessandra Gavazzi, responsabile comunicazione del brand che fa capo a Fureco, azienda brianzola specializzata nella produzione di pellicce che vanta rapporti di collaborazione con griffe del calibro di Fendi, Ermanno Scervino, Moncler, Fabiana Filippi e Kiton.
“La linea maschile è nata dalla constatazione di un gap nel mercato maschile che le nostre proposte potrebbero colmare. All’interno della collezione convivono modelli discreti e più vistosi: pellicce classiche con stampe contemporanee, capi in visone, zibellino, cashmere e nylon. Per i tessuti ci rivolgiamo a Loro Piana”, ha raccontato Vittorio Gavazzi, responsabile show-room. “Per il momento non abbiamo ancora uno store vero e proprio, ma il nostro showroom milanese in via Montenapoleone funge da boutique esclusiva in cui è possibile prenotare un appuntamento attraverso il sito web. Oltre alle proposte di collezione, è possibile avvalersi dei servizi bespoke e made to measure. L’account Instagram del brand, sebbene attivo solo da un anno, ha già attratto molte nuove clienti”, ha dichiarato il manager.
L’azienda ha chiuso il 2019 con un fatturato di 20 milioni di euro e punta a un incremento del 5% nel 2020. Il business deriva prevalentemente dai mercati esteri, in primis Corea, Russia e Cina.
Sebbene sempre più marchi del lusso stiamo prendendo le distanze dalla pelliccia, il segmento non sembra risentirne particolarmente: “Le campagne ‘no fur’ non impattano l’aspetto economico del settore, ma possono influenzarne la percezione a causa di atteggiamenti negativi e scoraggianti. Le pellicce naturali sono quanto di più sostenibile possa esserci perché, a differenza di quelle sintetiche, biodegradabili. Una pelliccia può inoltre essere tramandata di generazione in generazione; a tal proposito, attraverso il servizio di ‘rimessa a modello’, attualizziamo modelli vintage, magari ereditati da madri e nonne”, ha spiegato Gavazzi.
“In alcune città statunitensi sono state vietate le pellicce, ma in Italia, soprattutto nelle località ski-resort e in città come Milano, sono indossate senza problemi. Non bisogna dimenticare gli importanti indotti provenienti dall’industria conciaria, un vero talento artigianale del nostro Paese”, ha concluso la manager.