È stato un debutto deludente quello di Birkenstock a Wall Street. L’azienda tedesca di calzature è approdata nel pomeriggio di ieri al Nyse a 41 dollari (38,6 euro) per azione, contro i 46 di target price fissati per il debutto in Borsa, poco sotto la metà della forchetta compresa tra i 44 e i 49 dollari stimata.
Il titolo, ricorda Reuters, ha chiuso a 40,20 dollari, in calo del 12,61%, nell’ambito di un’offerta pubblica che ha raccolto 1,48 miliardi, al di sotto degli 1,58 miliardi ambiti anche sull’onda del chiacchierato ‘effetto Barbie’ di cui il marchio ha beneficato negli ultimi mesi e della conseguente valutazione in crescita.
Allo scoccare della closing bell, i sandali Birkenstock (indossati tra l’altro dagli investitori insieme ad abiti e tailleur, in occasione dell’approdo in Borsa) hanno raggiunto una capitalizzazione di mercato oltre gli 8 miliardi di dollari: una cifra che non raggiunge i 10 miliardi sperati ma rappresenta comunque il doppio di quanto pagato da L Catterton (4,35 miliardi) circa due anni fa per acquisirne una quota di maggioranza.
Secondo i dati del London Stock Exchange Group (Lseg), osserva l’agenzia di stampa britannica, il calo del prezzo dell’Ipo di Birkenstock segna il peggior debutto di una società dal valore di oltre un miliardo di dollari in quasi due anni. Una performance, inoltre, che arriva settimane dopo la quotazione della società tech Arm Holdings, dell’app di delivery Instacart e della piattaforma di marketing Klaviyo, operazioni che già facevano emergere, mutatis mutandis, segnali di una domanda debole da parte degli investitori.
“Ciò che questo dimostra – ha commentato Thomas Hayes, presidente della società di private equity newyorkese Great Hill Capital – è che le valutazioni che stanno dando a queste società non hanno assolutamente alcun senso, in particolare quando ci si trova in un mercato al ribasso con così tante altre opportunità di business disponibili”.
L Catteron, ramo di investimenti del colosso del lusso Lvmh, continuerà a possedere quasi l’83% di Birkenstock dopo il suo debutto sul mercato e il figlio del patron, Alexandre Arnault, entrerà a far parte del consiglio di amministrazione dell’azienda.