“La performance di Kering nel primo trimestre è stata, come avevamo previsto, complessa”. François-Henri Pinault, presidente e AD del gruppo francese, ha commentato così l’avvio d’anno del colosso d’Oltralpe del lusso. Nel primo trimestre 2023 i ricavi hanno superato quota 5 miliardi di euro (5,077 miliardi per la precisione), in rialzo del 2% a tassi correnti o dell’1% a livello comparabile. Secondo quanto riportato dalle agenzie, il risultato è in linea con il consensus degli analisti. Come precisa l’agenzia Radiocor, nonostante la performance “strida con quella delle concorrenti francesi Lvmh o Hermès, che hanno registrato consistenti rialzi (+17% e +23%), il gruppo sta vivendo un periodo di transizione, sia perché sta riorganizzando tutta la struttura wholesale, sia per le recenti vicende che hanno riguardato il marchio di punta Gucci”, facendo così riferimento al cambio della direzione creativa con la recente nomina di Sabato De Sarno.
Entrando nel dettaglio dei risultati trimestrali, il giro d’affare del retail, ossia nei negozi di proprietà e includendo anche l’e-commerce, ha registrato un progresso del 4%, con tutte le maison che hanno contribuito alla crescita. Le vendite indirette (wholesale e royalties) sono diminuite del 10% a tassi comparabili, “coerentemente con la strategia di razionalizzazione del canale distributivo”, si legge nella nota.
La performance di Gucci è stata definita dal gruppo “‘incoraggiante”. Nel Q1 le vendite sono aumentate dell’1% con tutte le categorie di prodotto in rialzo, soprattutto le borse a mano e la collezione valigeria (accessori da viaggio), oltre che il prêt-à-porter femminile. L’incremento, va in controtendenza rispetto al trend di chiusura del 2022, caratterizzato da un calo sostanzioso del brand ammiraglio del gruppo (rappresenta oltre la metà dei ricavi di Kering). La situazione sconta anche il passaggio di consegne nell’ambito della direzione creativa con l’addio di Alessandro Michele e la nomina a gennaio di Sabato De Sarno “che però arriverà al quartier generale della maison solamente a maggio. Le sue prime creazioni saranno probabilmente visibili nella sfilata di settembre, per la presentazione delle collezioni femminili e acquistabili l’anno venturo. Per l’impatto sui conti occorrerà dunque aspettare”, ricorda l’agenzia Radiocor.
“Non possiamo riguadagnare massicciamente quote di mercato in poche settimane”, ha detto agli analisti il capo della finanza Jean-Marc Duplaix all’agenzia Reuters, affermando che il gruppo si stava concentrando sullo spostamento del marchio Gucci verso un segmento ancora più esclusivo.
Tra i brand del gruppo, Saint Laurent è il marchio che ha registrato la performance migliore con un +9%, contro attese di un rialzo attorno al 6%. Bottega Veneta ha registrato un andamento delle vendite in linea con quello del 2022 e anche con il consensus degli analisti, i marchi raggruppati sotto ‘Other House’ hanno accusato un calo del 9%, oltre le attese che erano per un ribasso del 6 per cento. Da segnalare, invece, la performance della divisione di occhialeria che è migliorata del 41% o 11% organico, contro stime di un progresso delle vendite attorno al 10 per cento. Le vendite di Kering Eyewear nei primi tre mesi sono state pari a 433 milioni di euro, trainate dal dinamismo dei marchi in portafoglio in tutte le aree geografiche. La crescita è sostenuta dal contributo di Maui Jim consolidato nel bilancio di Kering dal 1° ottobre 2022. Questo trimestre, Kering Eyewear ha inoltre completato l’acquisizione della società francese UNT, produttore di componenti meccanici metallici di alta precisione per il settore dell’occhialeria di lusso.
Le altre realtà di Kering hanno generato ricavi per 890 milioni di euro, in calo del 9% su base comparabile. Le vendite nella rete dei negozi a gestione diretta sono invece cresciute del 7% con tutti i marchi in progressione. I trend di Balenciaga e Alexander McQueen sono stati positivi. Le vendite di Brioni sono state “eccellenti” e la performance delle maison di gioielleria (Pomellato, DoDo, Boucheron, Qeelin) è stata “eccezionale”. “I ricavi wholesale, in calo del 32% su base comparabile, sono stati influenzati dalla strategia di razionalizzazione delle label, oltre che dalla situazione negli Stati Uniti”, specifica la nota.
Sul fronte geografico emerge una performance a doppia velocità. La regione Asia-Pacifico torna a macinare tassi di crescita a doppia cifra (+10%) grazie alla riapertura della Cina, e il Giappone registra un +30 per cento. In sensibile progresso anche l’Europa occidentale, cresciuta del 15 per cento. Negli Stati Uniti, invece, rappresentano al momento una zavorra per i conti del gruppo, dato che qui le vendite al dettaglio sono diminuite del 18 per cento. Il Paese sta infatti accusando il colpo dell’inflazione e già nelle scorse settimane Lvmh aveva segnalato un rallentamento della domanda per la moda e la pelletteria, oltre che per la gioielleria.
Il titolo a Parigi sta cedendo quasi due punti percentuali.