Il 2023 è stato un anno a due velocità anche per il mondo della pelletteria e si è chiuso in sostanziale stabilità sul 2022. È questo, in sintesi, il quadro delineato da Claudia Sequi, presidente di Assopellettieri, in occasione della 125esima edizione di Mipel, kermesse dedicata al mondo della pelletteria e dell’accessorio moda e al termine oggi presso gli spazi di Fiera Milano Rho.
Secondo i dati preconsuntivi sull’anno passato pubblicati dall’associazione di categoria, il fatturato della pelletteria si assesterebbe poco oltre i 13 miliardi di euro (13,2 miliardi), pressoché in linea con l’anno precedente e con un andamento disomogeneo, tra una prima metà che ha goduto ancora del riverbero del 2022 post-Covid (e che cresceva a doppia cifra) e, invece, un secondo tempo in rallentamento. Rallentamento che prosegue anche nella prima metà del 2024, tra criticità economiche e geopolitiche.
Non a caso, sottolinea Sequi, si parla di “gelata autunnale”, riferendosi alla coda di un 2023 che ha visto, complessivamente, una crescita debole sul fronte delle vendite estere (si stima a quota 11,4 miliardi, in crescita dell’1,1%), e una stagnazione dei consumi interni (a +0,1% secondo l’indice del commercio al dettaglio in Italia), che restano ancora al di sotto del 4% rispetto al 2019.
In crescita l’import (+8,7%), che ha inasprito ulteriormente – sottolinea la nota divulgata da Assopellettieri – la competizione sul mercato interno in un contesto già complesso e ha portato a una lieve riduzione del saldo commerciale (-2,7%), ammontato a circa 7,4 miliardi di euro.
La ripresa, come in realtà già anticipato lo scorso autunno, è attesa per la seconda parte del 2024. “Il nostro settore è soggetto a un andamento ciclico, e questo rallentamento era quindi forse prevedibile dopo la crescita all’indomani del Covid”, spiega Sequi. Che aggiunge: “Ad aggravare il fisiologico calo seguito all’euforia post-pandemica, una congiuntura macroeconomica molto complessa”.
All’orizzonte restano per il settore le sfide della sostenibilità, da quella ambientale a quella sociale ed economica, e della digitalizzazione, molto sfidante per un mondo popolato soprattutto da piccole e medie imprese. Ma anche quella della formazione, che vede il settore impegnato nel tentativo di rendersi più attrattivo per i giovani, soprattutto con il ricambio generazionale delle maestranze in corso e che richiederà “oltre diecimila addetti nei prossimi cinque anni”, da formare affinché possano ricoprire le posizioni più tecniche e specializzate.
Tutte sfide che, racconta la presidente, sono al centro dell’agenda del proprio mandato, iniziato lo scorso luglio. “Credo comunque che la forza del made in Italy – sottolinea – debba farci sentire fiduciosi riguardo al futuro, che è assolutamente alla nostra portata”.
Sullo sfondo, una kermesse che ha visto aumentare la propria superficie espositiva (ora circa quattromila metri quadrati) per circa 200 brand che presentano le proprie collezioni autunno/inverno 2024-25 ai buyer internazionali. “Spesso e volentieri si tratta di Pmi a conduzione familiare che hanno alle spalle un’importante eredità, e che costituiscono gran parte del tessuto produttivo italiano”. Prosegue: “Mipel resta il ‘place to be’ per gli operatori specializzati del settore e che vogliano toccare con mano le tendenze del mondo delle borse e della piccola pelletteria in questo momento, confrontandosi con realtà d’eccellenza”.