“La pelletteria rappresenta uno dei segmenti più performanti dell’intero comparto della moda”, nonostante una congiuntura complessa e costellata di criticità, dichiara Claudia Sequi, nuova presidente di Assopellettieri nonché prima donna alla guida dell’associazione di categoria tricolore.
“Come abbiamo mostrato anche nell’ultima edizione degli Stati Generali della Pelletteria, tutti i brand del lusso derivano almeno il 50% dei propri ricavi dalla pelletteria, che dunque da accessorio è diventato ‘soggetto’. Lo stesso vale per i nostri brand indipendenti, soprattutto nei Paesi in cui il consumatore è più evoluto”, prosegue l’imprenditrice fiorentina, nominata alla fine di luglio e succeduta a Franco Gabbrielli, nella cornice di Mipel, la kermesse dedicata al mondo della pelletteria e dell’accessorio moda terminata mercoledì 20 settembre.
Al centro dell’agenda di Sequi, “formazione, orientamento e internazionalizzazione a favore dei nostri brand indipendenti”. Oltre al dialogo con le istituzioni, alla sostenibilità e uno sguardo rivolto a tutta la filiera. “Prima degli obiettivi vorrei parlare di strategia: la mia strategia si chiama ‘condivisione’”, racconta a Pambianconews la presidente dell’associazione e vicepresidente della società Pelletterie Claudia, prima della nomina già da diversi anni nel consiglio generale di Assopellettieri.
Sullo sfondo c’è un momento complesso per il comparto e in generale per la macchina produttiva italiana e globale: “Preoccupano l’inflazione, che nel corso dell’anno ha raggiunto oltre il 10%, il costo del denaro al massimo da oltre quindici anni e gli scenari bellici sullo scacchiere dell’est Europa. Sotto il profilo della competitività, riteniamo centrale agire con azioni di lobby puntuali nei confronti del Governo anche per facilitarne l’azione sui nostri segmenti. Anticipando che le linee programmatiche troveranno una prima attuazione già il prossimo 17 ottobre, a Firenze, in occasione dei prossimi Stati Generali.
Si prospetta ancora più complesso il secondo semestre dell’anno, in cui prenderanno corpo le criticità emerse già nel secondo quarter, che ha smesso di beneficare del boost del 2022. Si tratta però, come del resto è emerso dal sentiment delle altre filiere del made in Italy, di un rallentamento “fisiologico dopo il notevole rimbalzo post-Covid”. E aggiunge Sequi, con ottimismo, di ritenere “il periodo possa essere superato in maniera brillante già dall’inizio del 2024, grazie alle competenze e alla reattività tipiche del nostro sistema”.
Riguardo all’appuntamento con Mipel appena terminato, il numero 124, commenta Sequi: “Quest’edizione ha visto un +7% di visitatori italiani e un +57% di visitatori stranieri rispetto all’edizione di settembre. Fra i Paesi in cima al ranking troviamo Stati Uniti, Giappone, Germania, Corea e soprattutto Cina”.
Con oltre 200 brand, tra storici ed emergenti, nazionali ed esteri, che hanno presentato la propria primavera/estate 2024, la kermesse “ha confermato che l’interesse da parte dei clienti esteri è forte e questo è un segnale importantissimo per manifestazioni di livello internazionale come la nostra”.