Adidas ha archiviato il terzo trimestre dell’anno con ricavi in crescita dell’11% a 6,4 miliardi di euro. Il margine lordo è sceso di 1 punto percentuale al 49,1%, poiché gli aumenti di prezzo generalizzati e gli effetti valutari favorevoli si sono affiancati al forte aumento dei costi della catena di approvvigionamento, riflettendo costi di prodotto significativamente più elevati e spese di trasporto. L’utile netto da operazioni continue è stato di 66 milioni nel trimestre, contro i 479 milioni del Q3 2021.
“Il contesto di mercato è cambiato all’inizio di settembre a causa del rallentamento della domanda dei consumatori nei mercati occidentali e dell’ulteriore deterioramento dell’andamento del traffico nella Greater China – ha spiegato alle agenzie finanziarie Harm Ohlmeyer, CFO di Adidas -. Di conseguenza, abbiamo assistito a un significativo accumulo di scorte in tutto il settore, che ha portato a una maggiore attività promozionale durante il resto dell’anno che peserà sempre più sui nostri guadagni”.
Nelle scorse settimane il numero due dello sportswear aveva rivisto al ribasso la guidance 2022, indicando l’erosione dei margini causata dall’andamento del mercato cinese e da elevati livelli di giacenze. A seguito alla della decisione (del 25 ottobre 2022) di terminare la partnership con Yeezy, il gruppo di Herzogenaurach ora incorpora il relativo impatto sui conti, riflettendo l’elevata stagionalità del business di adidas Yeezy nel Q4. Di conseguenza, Adidas ora stima che i ricavi currency-neutral cresceranno a un tasso “low-single-digit” nel 2022. Il margine lordo dovrebbe ora aggirarsi intorno al 47 per cento, mentre i profitti da operazioni continue dovrebbe assestarsi a 250 milioni di euro.
In mattinata le azioni di Adidas perdevano oltre 2,5 punti percentuali alla Borsa di Francoforte.
Il nuovo numero uno di Adidas Bjørn Gulden dovrà dunque invertire la rotta delle performance aziendali. Il numero uno della rivale Puma salirà al vertice di Adidas a gennaio al posto di Kasper Rorsted.