“Veniamo da anni positivi. Nonostante la contingenza attuale non sia delle più semplici, è proprio questo il momento ideale per investire”. L’investimento a cui si riferisce Luca Benvenuti, CEO dell’aretina Unoarre Industries, è la nascita di UnoGlam, una nuova società nata dalla già esistente e storica divisione del gruppo dedicata alla lavorazione di metalli non preziosi e che andrà a sviluppare ulteriormente questo business, affiancandolo all’ormai affermata eccellenza di Unoaerre nel settore dei metalli preziosi. UnoGlam farà interamente capo a Unoaerre e potrà contare su di uno stabilimento dedicato sempre nell’area di San Zeno, in provincia di Arezzo.
Il focus principale di Unoglam sarà quello di fornire le soluzioni di catene in ottone, oltre ad un servizio di prototipazione e produzione del bijoux, nel settore della moda e della pelletteria.
“La nascita di UnoGlam si tratta – aggiunge Benvenuti – di un passaggio importante di un percorso già in atto nell’azienda. Negli ultimi anni abbiamo deciso di intraprendere un percorso di evoluzione del business dei materiali non preziosi. Mi riferisco all’acquisizione nel 2022 di Ercolani Galvanotecnica. Successivamente abbiamo creato una nuova entità dove è stata conferita la divisione moda di Unoaerre e quindi le catene in ottone e gli accessori bijoux. Il prossimo passo sarà la costruzione di un nuovo stabilimento. Attualmente UnoGlam convive con la parte produttiva di Unoaerre ma, per motivi anche tecnici dato che si tratta di produzioni differenti, mi auguro entro un paio d’anni la neonata società avrà il suo stabilimento dedicato sempre a San Zeno”.
Al momento l’incidenza sul fatturato totale del gruppo della divisione dedicata ai metalli non preziosi è all’incirca del 12% rispetto al valore aggiunto generato dall’azienda. L’obiettivo è raddoppiare il valore nell’arco dei prossimi tre anni.
Unoaerre, fondata nel 1926, è oggi sotto la guida della famiglia imprenditoriale Squarcialupi, e vanta filiali dirette in Francia e Giappone ed una distribuzione in oltre 40 paesi nel mondo. Dopo un 2022 chiuso con un giro d’affari a 276 milioni di euro (+13% rispetto al 2021), e con un ebitda di circa 21 milioni di euro, rispetto ai 13 milioni di euro del 2021 (+58%), il gruppo stima di archiviare il bilancio 2023 con un sostanziale consolidamento del dato sul valore aggiunto e con una flessione sulla marginalità (dovuta alla spinta inflattiva, costi energetici e rialzo delle materie prime), “pur mantenendo un valore importante”, sottolinea il manager.