È Tiffany ad aggiudicarsi lo spazio a insegna Swarovski nell’ambitissima Galleria Vittorio Emanuele, a Milano. Il gioielliere newyorkese che fa capo al colosso Lvmh, infatti, ha avuto la meglio alla gara che ha visto dieci maison qualificate per partecipare alla procedura pubblica (Montblanc, Damiani, Swatch, Prada, Valentino, Tory Burch, Samsonite e Jil Sander oltre alle stesse Tiffany e Swarovski) contendersi lo spazio da 174,5 metri quadrati affacciato sul prestigioso Ottagono.
Tiffany ha spuntato l’offerta per la location messa al bando dal Comune di Milano versando nelle casse dell’ente, si legge sul sito ufficiale, un canone d’affitto annuo pari a 3,6 milioni di euro. La maison di gioielli ha così chiuso, dopo 27 rilanci, la gara con un’offerta che ha moltiplicato per oltre sette volte la base d’asta fissata a 506mila euro.
L’asta all’incanto, modalità introdotta nel 2019 dall’amministrazione comunale per gli spazi più prestigiosi del Salotto di Milano, ha registrato il maggior numero di partecipanti fra quelle finora bandite da Palazzo Marino per i locali della Galleria e ha portato il valore del canone di concessione per un negozio nel complesso monumentale a superare i 20mila euro al metro quadro. Quella vinta da Tiffany è dunque la sesta asta all’incanto per gli spazi della Galleria (preceduta da quelle per le insegne Armani, Fendi, Dior, Santoni e Loro Piana) e si tratterà, inoltre, dell’ultima per i prossimi anni: il prossimo tra gli spazi interessati è quello di Louis Vuitton, il cui contratto di locazione scadrà tra sei anni.
“Lo spazio in Galleria Vittorio Emanuele II – ha commentato Michela Grandi, managing director Southern Europe del brand – è in una posizione strategica per Tiffany & Co”. Spiegando: “All’interno del nuovo store si potranno trovare le iconiche collezioni del brand. Con l’apertura del nuovo store in via Montenapoleone e dello spazio in Galleria, il 2025 sarà un anno straordinario per Tiffany & Co. in Italia”.
In cantiere per Tiffany, infatti, anche l’opening nel Quarilatero milanese, che si aggiungerà a quello già presente in via della Spiga e al flagship store di piazza Duomo. In totale quattro indirizzi, dunque, nel capoluogo lombardo che rendono verosimili i rumors che vedrebbero a rischio chiusura la boutique sotto la Madonnina.