Non è tutto oro quello che accade all’interno del Metropolitan Museum of Art. Stasera lo storico museo newyorkese ospiterà il Met Gala, serata organizzata da Anna Wintour, chief content officer di Condé Nast, direttore editoriale globale di Vogue nonché fiduciaria del Met, per il lancio della mostra allestita nelle sale del Costume Institute. Considerato l’evento mondano più esclusivo al mondo, con un red carpet che poco ha da invidiare a quello degli Oscar grazie a star del calibro di Rihanna, Beyoncé, Timothée Chalamet e Harry Styles, il Met Gala produce foto, video, aneddoti e gossip che, a partire dai social network, vivono ben oltre la sua durata. L’enorme portata della soirée è all’altezza della retrospettiva che, in teoria, dovrebbe essere la protagonista dell’intero progetto?
Non sempre, come si evince leggendo l’articolo ‘Costume Drama – The exhibits accompanying the Met Gala used to break audience records. But now the museum’s playbook seems stuck in time’, pubblicato recentemente da The Cut della testata New York. Quest’anno il tema della mostra è ‘Sleeping beauties: reawakening fashion’ ma in realtà, fino alla scorsa estate, il curatore Andrew Bolton e Wintour avrebbero previsto una retrospettiva dedicata a John Galliano. I vertici dell’istituzione culturale avrebbero però messo in stand-by l’idea temendo possibili proteste del pubblico a causa del comportamento antisemita che nel 2011 portò Dior ad allontanare il designer, allora al timone stilistico del marchio e oggi acclamato direttore creativo di Maison Margiela. Forse il nome del famoso couturier avrebbe aiutato il botteghino.
The Cut riporta che dopo il Covid le mostre del Costume Institute non hanno riscosso il successo che avevano in precedenza, basti pensare che prima della pandemia le mostre organizzata da Bolton erano tra le più viste del Met e, in particolare, tre retrospettive sono tra le dieci più visitate nella storia del museo. Lo scorso anno la mostra ‘Cypresses’ dedicata a Van Gogh ha avuto più visitatori di quella allestita per onorare il genio creativo di Karl Lagerfeld.
Nel 2011 ‘Alexander McQueen: savage beauty’ riscosse un successo importante con oltre 660mila visitatori e venne replicata presso il V&A Museum di Londra, nel 2015 ‘China: through the looking glass’ radunò oltre 800mila visitatori, nel 2018 ‘Heavenly bodies’ è stata addirittura la mostra più vista nella storia del Met superando il milione di ingressi. All’exhibition dedicata a Lagerfeld, allestita quattro anni dopo la sua morte, “mancava l’intensità della sua recente scomparsa o una nuova interpretazione di uno dei designer più documentati della storia recente. La copertura mediatica ha discusso i meriti dell’elogio di un uomo con legami familiari con il partito nazista e un record di disprezzo per le donne grasse”, riporta The Cut. Un dipendente del museo ha definito la mostra “immensely tone deaf”.
A prescindere dal successo delle mostre, a non diminuire è il costo dei biglietti per prendere parte al Met Gala. Si parla, riporta The New York Times, di 75mila dollari, 25mila in più dello scorso anno, con tavoli a partire da 350mila. Il ricavato, come di consueto, andrà a finanziare lo stesso Costume Institute. La lista degli invitati viene prima vagliata e autorizzata da Anna Wintour, host della serata affiancata quest’anno da Zendaya, Jennifer Lopez, Chris Hemsworth e Bad Bunny. Mediaticamente il Gala resta un’occasione d’oro per le maison del lusso che partecipano fornendo non solo abiti e gioielli in mostra ma sfilando sul red carpet grazie alle celebrities coinvolte. La serata del 2023, secondo quando riportato da Wwd, ha generato ben 995 milioni di dollari in Media impact value in sole 48 ore; i primi cinque brand erano stati Chanel (110,7 milioni di dollari), Fendi (32 milioni), Valentino (24 milioni), Gucci (20 milioni) e Schiaparelli (16 milioni).
Sebbene la Economic Development Corp. di New York City non abbia misurato l’impatto economico del Met Gala sulla città, i molti giorni di frenesia aiutano l’indotto della Grande Mela. “È probabile che sia inferiore a quello generato dalla settimana della moda di New York, che si tiene due volte l’anno, e che, secondo le stime dell’Edc, contribuisce con quasi 900 milioni di dollari all’anno all’economia della città”, scrive Wwd. “Grazie alle arti e alla cultura della nostra città, famose in tutto il mondo, e ad eventi come il Met Gala, stiamo portando a quasi 74 miliardi di dollari in attività economiche in questa città (come risultato della crescita complessiva del turismo). Non vediamo l’ora di dare il benvenuto al Met Gala per un altro anno nella più grande città del mondo e di vedere tutti i loro look più belli”, ha dichiarato un portavoce del municipio di New York City.