L’hedge fund Tabor contesta l’Opa di Tod’s. In una lettera al Consiglio di Amministrazione, il fondo speculativo americano, che ha dichiarato di possedere circa l’1,1% delle azioni ordinarie in circolazione del gruppo di Della Valle, mette in dubbio la correttezza dei termini dell’offerta pubblica di acquisto volontaria e quindi il prezzo per azione fissato a 43 euro e sostiene che questo dovrebbe rientrare in una forchetta tra 82 e 102 euro.
Tabor si era opposto anche all’Opa lanciata da DeVa Finance nell’agosto 2022 e ritirata alcuni mesi dopo, a dicembre, per l’insufficiente adesione. “All’epoca contestavamo che le azioni Tod’s erano state eccessivamente penalizzate dalle pressioni macro sull’intero settore e non riflettevano ciò che l’azienda vale davvero. Sottolineammo che la famiglia Della Valle stava ricomprando il marchio Tod’s al prezzo dell’Ipo, avvenuta nel 2000, ottenendo, di fatto, gratis Roger Vivier, Hogan e Fay”, si legge nella lettera firmata dal fondatore del fondo, Jonathan Jacoby . Allora il prezzo di 40 euro ed era stato ritenuto largamente insufficiente dal fondo.
Nella lettera diffusa ieri e con oggetto “A fair deal for ALL Tod’s shareholders”, Tabor riferisce che “un gruppo insider di proprietari di maggioranza, che include l’amministratore delegato e presidente Diego Della Valle, sta lavorando con Lvmh e i suoi alleati, agendo indirettamente attraverso Crown BidCo, per trarre vantaggio dall’attuale contesto macroeconomico che sta mettendo sotto pressione i prezzi delle azioni delle società in tutto il settore del lusso, offrendo agli azionisti di minoranza poca scelta se non quella di partecipare ad un’operazione dal prezzo inadeguato”. Tabor chiede al Consiglio di Amministrazione di Tod’s di proteggere gli investitori di minoranza e a Crown BidCo di migliorare i termini dell’offerta, anche aumentando il prezzo di offerta, e invita gli azionisti a riconsiderare la possibilità di aderire all’offerta al prezzo attuale, che secondo Tabor sottovaluta Tod’s e i singoli marchi del Gruppo (cioè Tod’s, Roger Vivier, Hogan e Fay).
Nella missiva Tabor sostiene che “dai documenti dell’Offerta emerge chiaramente che, come nel caso della fallita Opa del 2022 di Della Valle, che agiva attraverso DeVa, questa non è una vera e propria offerta di terzi intesa ad effettuare un cambio di controllo in Tod’s. E come avvenne allora, ci sarà
‘chi ha’ (e quindi avrà dei vantaggi.ndr.) e ‘non ha’, dove l’indicazione chi ‘ha’ sono la famiglia Della Valle e i loro alleati presso L Catterton e Lvmh, e
i ‘non abbienti’ sono investitori impegnati sul mercato pubblico che detengono azioni Tod’s da anni credendo nel massiccio rialzo latente nel Gruppo”.
Tabor invita quindi ogni parte interessata a decidere autonomamente se il Consiglio di amministrazione abbia fatto abbastanza per proteggere gli interessi dell’azionista medio, data la grande influenza che il gruppo di maggioranza ha attraverso il ruolo di insider del signor Della Valle e l’enorme posizione di proprietà della famiglia Della Valle.
Insieme alla lettera aperta, il 26 febbraio Tabor ha rilasciato una lettera al Consiglio di amministrazione in cui solleva preoccupazioni ragionevoli riguardo a prezzo e tempi dell’offerta, chiedendo al Consiglio di salvaguardare gli interessi degli azionisti di minoranza.
Al momento non è arrivata la risposta da parte del gruppo Tod’s.
Lo scorso 22 marzo la Consob ha dato il via libera al documento di offerta per l’opa promossa da Crown, che ha come oggetto 9.255.498 azioni ordinarie di Tod’s, rappresentative del 27,968% del capitale sociale. L’Opa terminerà, salvo proroghe, alle 17.30 dell’8 maggio.