Il 2024 sarà, indubbiamente, un anno importante per il mercato del travel retail. Ad asserirlo è Stefano Gardini, presidente di Atri (Associazione Travel Retail Italia) e direttore business non avio di Aeroporto di Bologna. I numeri lo confermano. Secondo le stime di Atri dopo aver registrato 73,4 miliardi di dollari nel 2023 (circa 67 milioni di euro, +24,4%), nel 2030 dovrebbe arrivare a 117 miliardi a livello globale, con un un tasso di crescita annuo composto del 9,85 per cento. Grazie al traino delle vendite di lusso, quindi, il travel retail nei prossimi anni aumenterà più di quanto abbia fatto tra il 2009 e il 2019 quando, secondo la Tax free world association (Tfwa) le vendite sono salite del 9% all’anno, con moda e accessori (+9,2%) e beauty e profumi (13,4%) sopra la media.
Europa e Asia Pacifico rimangono i mercati principali in cui si concentrano le vendite del travel retail. Lo conferma una ricerca di Kearney effettuata lo scorso luglio si dati Tfwa. Dopo i netto rallentamento dovuto alla pandemia, il canale ha ripreso a crescere nel 2022 (quando il totale dei ricavi del canale si attestava al 74% rispetto al 2019) grazie ad Asia ed Europa. La ricerca di Kearney mostra che, almeno per quanto riguarda i duty free, gli acquisti d’impulso sono una quota molto limitata a fronte di un 90% di shopping pianificato. I fattori chiave che spingono o meno all’acquisto il prezzo dei prodotti e l’offerta.
“Nel corso degli ultimi mesi si sono osservati alcuni segnali contrastanti che, vanno esplorati ed analizzati – chiarisce a Pambianconews Gardini -. In primo luogo appare necessario approfondire le modalità attraverso cui il passeggero effettua l’acquisto: se, da un lato, lo studio di Kearney evidenzia un tendenziale incremento dell’acquisto pianificato, dall’altro i dati pubblicati dal Duty Free World Council (Dfwc) nel Quarterly Global Shopping Monitor Q3 2023 evidenziano una tendenziale conferma dell’acquisto di impulso, fenomeno che ha rappresentato, anche storicamente, uno degli elementi trainanti della nostra industry. In realtà il comportamento di acquisto è tema più complesso in ragione della tipologia del passeggero: se infatti da un lato il passeggero outgoing frequent flyer, tende verosimilmente ad avere un comportamento di acquisto più razionale e premeditato, ovvero con una maggiore propensione alla pianificazione, il passeggero incoming tende ad avere un comportamento di acquisto più impulsivo.”
Per quanto concerne il valore del prezzo, i dati diffusi da European Travel Retail Confederation (Etrc) nella versione dell’Etrc index relativo al periodo gennaio-settembre 2023, evidenziano un calo degli acquisti che, in termini di unità, ha toccato nel Q3 il -14 % a fronte di un calo dei passeggeri del 6 per cento. Di contro il mercato a valore è calato dell’1%, con conseguente aumento dell’indice della spesa per passeggero rispetto al 2019. “Si tratta di un incremento probabilmente viziato dall’aumento dei prezzi che in alcuni ambiti del travel retail è stato consistente, e per questo appare molto probabile che una certa dose di calo dipenda da questo fattore, che peraltro appare comune ad altri canali distributivi”, afferma il manager.
Per quanto concerne il segmento moda e accessori un elemento importante da tenere in considerazione è relativo alla polarizzazione del consumo: “Se da un lato la categoria lusso sta ben performando nel travel retail, come dimostrano gli investimenti condotti dagli aeroporti e dai brand nei principali scali di ogni Paese che riescono a catalizzare e a monetizzare la presenza dei passeggeri Extra EU, dall’altro le categorie cosiddette premium, rivolte ad un mercato fascia media, e presenti in un maggior numero di scali, subiscono compressioni più significative. Se prendiamo la categoria fashion nel suo complesso il tema degli incrementi prezzi è stato tutt’altro che trascurabile e questo può aver pesato sulle performance del segmento. I dati di Etrc evidenziano, nel 2021, un incremento nei prezzi del 9,5% che, nel 2022, è diventato del 21,9 per cento. I dati progressivi del 2023 mettono in luce come questo trend non si sia arrestato e nei primi nove mesi la crescita dei prezzi ha toccato l’8,3%. Tali incrementi, uniti ad una generalizzata minore disponibilità di potere di acquisto, può aver giocato un ruolo importante nella propensione all’acquisto”.
Il 2024, prevedere Gardini, sarà anche un anno determinante per l’ulteriore incremento dei flussi incoming dai Paesi Extra EU. “Tale fenomeno, già stato osservato nel 2023, ha visto una ripresa significativa dei traffici pax incoming da Paesi del Far East asiatico, dagli Stati Uniti e dal Sudamerica contribuendo a fare da contrappeso, alla mancanza dei passeggeri Russi. Si tratta, infatti, di profili di passeggeri molto importanti con una elevata propensione all’acquisto nei settori del lusso e del Fashion , fenomeno che riafferma l’importanza anche nel canale del Travel Retail, del ‘made in Italy'”.