Antiba ci invita a scoprire l’innovativo sistema integrato di rifinizione per i pellami del lusso nello stabilimento 4.0 di Ponte a Egola.
La sfida raccolta dal team di Conceria Antiba non era delle più semplici: mettere a punto un nuovo sistema di rifinizione in grado di assicurare la massima valorizzazione dei pellami nobili a pieno fiore con naturalezza e durabilità. Per raggiungere questo risultato sono stati necessari otto anni di R&S e la sinergia tra tecnici di rifinizione di Antiba, produttori dei macchinari e aziende di prodotti chimici.
Il risultato è un sistema integrato che unisce la rifinizione tradizionale e i sistemi più innovativi. La fusione che avviene tra la pelle e il prodotto chimico permette di ottenere una rifinizione omogenea e uniforme su tutta la pelle con un utilizzo decisamente ridotto di miscela chimica. Un’uniformità che viene ottenuta esaltando il fiore naturale della pelle ed evitando coperture eccessive, come ci confermano dall’azienda.
“Le pelli rifinite tramite il nostro sistema hanno uno spessore medio di rifinizione che va da 10 a 20 micron, ovvero 0,10 – 0,20 mm; al contrario, una pelle rifinita tramite spray machine o roll-coat ha una media di spessore che va da 20 a 50 micron (0,20 – 0,50 mm)”, ci spiegano i tecnici di conceria con i risultati delle analisi alla mano.
“Il nostro sistema di rifinizione ci consente di offrire ai clienti una vasta gamma di articoli con un minor impatto ambientale”, racconta Graziano Balducci, CEO di Conceria Antiba: “Da analisi LCA (Life cycle assessment) su due articoli con medesime caratteristiche e destinazione d’uso, abbiamo riscontrato un risparmio del 71% di prodotti chimici con il nostro sistema di rifinizione rispetto a quello tramite spray machine”.
Anche il consumo di acqua e di energia è minore con un risparmio del 33% di risorse idriche (l/m2 di pelle) e del 37% di energia elettrica (kwh/m2 di pelle). “Complessivamente, l’impatto ambientale del nostro sistema di rifinizione è inferiore del 5% in termini di kg CO2 eq./m2 rispetto alla rifinizione classica”.
Riuscire a coniugare la riduzione dell’impronta ambientale e la massimizzazione della resa e qualità del pellame è la sfida del secolo per tutte le concerie, soprattutto per quelle che, come Antiba, lavorano con i brand del lusso, che non scendono a compromessi sulla qualità e sulle performance dei pellami.
“Abbiamo in corso diversi progetti e iniziative per continuare a ridurre l’impatto ambientale dei nostri processi. Lo scorso anno ci siamo concentrati sulla misurazione, primo e fondamentale step per comprendere la portata della nostra impronta di carbonio e di quella della nostra catena di valore. Abbiamo avviato alcuni progetti sperimentali e innovativi su concia e riconcia bio, di cui dovremmo raccogliere i frutti quest’anno. Parallelamente stiamo lavorando sul miglioramento del ciclo dell’acqua all’interno dell’azienda, altro tema nevralgico su cui dobbiamo e vogliamo fare di più”.
Per fare tutto questo, la conceria riserva ogni anno una quota consistente del proprio fatturato agli investimenti in R&D e innovazione. “Abbiamo chiuso il 2023 con un fatturato di poco superiore ai 53 milioni di euro e siamo consapevoli che se vogliamo crescere ancora, come abbiamo fatto negli ultimi due anni, non possiamo che proseguire in questa direzione di investimenti e continua sperimentazione”.
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