Filatura italiana in calo nel 2023. Dai dati preliminari elaborati dal Centro Studi di Confindustria Moda relativi all’andamento del comparto nell’ultimo anno emerge, infatti, un trend di rallentamento rispetto al biennio precedente. Per l’anno appena archiviato, infatti, il fatturato è atteso in calo del 4,2%, con un turnover settoriale che scenderebbe a 3,1 miliardi euro, contro i 3,2 miliardi del 2022 in crescita double digit del 24,7 per cento.
La panoramica di settore arriva in occasione dell’avvio di Pitti Filati, giunto alla sua 94esima edizione che popolerà i consueti spazi di Fortezza da Basso a partire da oggi fino a venerdì 26 gennaio. La kermesse dedicata al mondo dei filati e della maglieria mette in scena in scena le proposte primavera/estate 2025 delle principali filature italiane e internazionali. Protagoniste della kermesse, 115 aziende del comparto che presentano le proprie collezioni.
Un appuntamento fieristico che arriva in un momento complesso per il mondo della filatura. Guardando, infatti, alla congiuntura economica, l’evoluzione sfavorevole del 2023 sembra avere interessato, si legge nel report che accompagna l’avvio della fiera, tutti i comparti di cui si compone l’industria della filatura italiana: sia la filatura laniera (preponderante, con una quota del 78% circa sul fatturato settoriale totale) sia la cotoniera e sia la liniera, infatti, hanno accusato flessioni, seppur di diversa intensità.
La debolezza del mercato dei filati emerge anche dall’analisi Istat del trend dell’indice dei prezzi alla produzione, che nel caso delle filature mostra, tra gennaio e ottobre 2023, una contrazione a doppia cifra del -15,1 per cento. Parallelamente, a differenza dei forti rincari che hanno caratterizzato gli ultimi anni, nel 2023 si è registrato un calo nelle quotazioni della materia prima, che però non è bastato a rilanciare la domanda e ad invertire l’indebolimento della congiuntura settoriale. Atteso in calo (-5,3%) anche il valore della produzione.
Sul fronte delle esportazioni, per la filatura italiana si stima una perdita annua nell’export intorno all’8,5%, mentre le importazioni dovrebbero calare del -11,2 per cento. Tali andamenti porterebbero il fatturato estero settoriale a quota 902 milioni di euro, mentre l’import dovrebbe scendere a poco più di 1 miliardo. L’incidenza dell’export sul fatturato totale si ridimensionerebbe quindi al 29%, tornando così ai livelli pre-Covid.
Tornando invece all’appuntamento con Pitti Filati 94, a supportare ancora la kermesse sono il Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale (Maeci) e Agenzia Ice, insieme a Unicredit in qualità di main partner, in seguito al rinnovo dell’accordo per il triennio 2023-2025. Il tema della manifestazione è ‘PittiTime’, che ispira il mood e lo stile dei saloni invernali di Pitti Immagine.
Si rinnova anche lo Spazio Ricerca, quest’anno denominato “Milestone”, curato come in ogni edizione da Angelo Figus e Nicola Miller. E tra le novità, la nascita di “Cfmi Academy”, un format di approfondimento operativo per gli studenti di Fashion Design con un ciclo di seminari sulla creazione della moda sostenibile.
Guardando agli espositori presenti, 75 presidieranno l’area “Filati”, con otto di essi provenienti dall’estero (Giappone, Uk, Turchia e Cina). Ci saranno poi 25 espositori all’interno dell’area “CustomEasy” (dedicata al tema della customizzazione), di cui uno proveniente dal Giappone, e 15 all’interno della sezione “KnitClub”, uno dei quali da Hong Kong.